Letteratura cinese, un piccolo grande libro

Perché un libro sia importante non servono migliaia di pagine, Letteratura cinese di Sabina Knight ne è un chiaro esempio. Il volumetto è edito da Hoepli, la copertina è sobria ed il titolo neutro, tutti elementi che potrebbero portare a sottovalutare questo libro. Poi lo si legge e si viene letteralmente catapultati nella tradizione letteraria cinese che, come facile intuire, non è che sia proprio poca cosa. Già il fatto che l’autrice è riuscita a scrivere un libro sulla letteratura cinese lungo meno di duecento pagine è già motivo di applausi, per di più un libro importante e non un manualetto buono da nascondere il giorno dell’esame.

La letteratura in Cina

Affrontare il tema della letteratura in genere, non solo quella cinese, non è semplice. Bisogna innanzitutto definire cosa sia letteratura e quindi come parlarne. Non entro in spinose questioni metodologiche, anche perché poi non saprei come uscirne. Esistono storie della letteratura che sono antologie e raccolte di testi, storie della letteratura che sono sterili elencazioni stile lista della spesa di autori e titoli e poi libri come questo, che tentano di contestualizzare il tema e capire come la letteratura si pone in relazione alla sfera più ampia della società. Per la Cina, in particolare, conoscere la letteratura significa conoscerne la cultura.

In cinese letteratura  si dice 文学 (wénxué) dove 文 (wén) ha il doppio carattere di cultura e di scrittura, rendendo ben chiaro come quella cinese sia una cultura dove la scrittura ha un’importanza centrale. Il significato di 学 (xué) è invece imparare, conoscenza ed al suo interno è presente il carattere che indica un bambino. Letteratura cinese quindi come elemento indispensabile sulla via della conoscenza, ricordando che, a differenza di quanto avviene con la cultura occidentale, per la cultura cinese conoscenza significa conoscere la Via, ossia quella serie di regole da seguire da cui dipendono macrocosmo e microcosmo.

Sabina Knight – Letteratura cinese

Il filo rosso

Questo grazie all’autrice ed alla sua capacità di far emergere dai tremila anni di letteratura cinese quelli che sono i nodi intorno a cui il pensiero dei letterati si è articolato. Il libro, infatti, con esempi concreti illustra le correnti dominanti e quelle che possiamo definire di opposizione nei vari periodi storici, lasciando trasparire quali sono le implicazioni sociali delle opere più importanti. Tipico della letteratura cinese è quello di includere la storia e la filosofia, ma anche la poesia, la critica letteraria, la narrazione orale, il teatro e il romanzo, questo per l’importanza in Cina della riflessione sulla società umana e le sue dinamiche.

Un filo rosso che accompagna tutta la produzione letteraria cinese è infatti quello della morale e del ruolo della cultura, nella promozione di precise istanze politiche e sociali. Dal libro della Knight emerge chiaramente come la letteratura cinese sia stata allo stesso tempo parte integrante nella formazione delle strutture della società e suo riflesso. Basti pensare agli esami per diventare funzionario di stato, che hanno dato alla letteratura una precisa collocazione sociale ma anche, vero e proprio topoi, dando una valvola di sfogo a tutta quella classe di mancati funzionari oppure di funzionari insoddisfatti della loro posizione.

Conclusioni

Letteratura cinese è un libro che offre una quantità enorme di spunti per approfondire la conoscenza della Storia cinese, spunti magari solo accennati come normale in un testo dalle dimensioni non enciclopediche. Dalle pagine scritte dell’autrice risalta il cosmopolitismo dell’epoca Tang, la novità culturale che avvolse la Cina con la dinastia Yuan o in tempi più recenti le influenze occidentali nella letteratura rivoluzionaria. Leggere quest’opera significa avere a disposizione una serie di punti di riferimento per impostare il proprio personale viaggio nella cultura cinese. Davvero un libro che merita assolutamente di essere letto e riletto.

Concludendo, una sola nota dolente, almeno per quanto riguarda il mio modo di vedere. Non ho intenzione di fare polemica oppure offendere qualcuno, ma la scelta della traduttrice e prefatrice di sostituire la dicitura a.c con quella di a.e.c. ossia avanti era comune, mi lascia alquanto perplesso. Capisco la volontà di essere politically correct e volere rispettare un paese dove il cristianesimo non è religione ufficiale, ma primo il conteggio degli anni non cambia e quanti tanto vale lasciare a.c. e secondo era comune presuppone un’era comune per qualcuno e non per qualcun altro. Resta il fatto che il libro è splendido.

Fonte immagine copertina: worldhistory.org