Dove andare se ti scappa la pipì a Bruxelles

Oggi è ufficialmente il Saint Patrick’s day; e, se il Paddy’s Day per Bruxelles è stato –per comodità, sia mai che non ci si riesca ad organizzare– ufficialmente anticipato a domenica scorsa, 15 marzo, è ancora possibile festeggiare in giro per la città, a sostegno morale degli Irlandesi di tutto il mondo.

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Ma non è di vestiti verde-Lega e di quadrifogli a profusione che voglio parlare oggi.

A me questa festa evoca B-I-R-R-A.  Guinness a ettolitri, per la precisione.
E, come diretta conseguenza, un certo tipo di emergenza: il fattore Plin-Plin.  

Già di suo…siamo in una città di piscioni.

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Uno dei primi approcci che avevo avuto con Bruxelles, qualche anno fa, era stato l’ameno spettacolo fornito –in forma del tutto gratuita, sia ben chiaro- da uno stagiaire di chiara origine anglosassone, ubriaco marcio e fuori come un balcone, che aveva scelto le scale mobili di Merode come il Luogo con L maiuscola. Il Luogo eletto per cosa? Per fare pipì sbandierando i gioielli di famiglia orgogliosamente al vento, ovviamente. Perché, se scappa, scappa. E se non si ha una ruota da prendere di mira…

Al di là del tocco trash di questo aneddoto, va riconosciuto che uno degli incubi condivisi da chi capita per turismo in una grande città, ma anche da chi ci vive e si ritrova a dover girovagare per commissioni varie, è il…”dove la faccio?”Nel caso del Belgio, la seconda domanda è “Ok, vedo un bagno in lontananza, soave miraggio equiparabile solo alle palme di un’oasi nel deserto o alla vincita della Lotteria di Capodanno. Ma ce l’ho un po’ di moneta?”. E l’angoscia, se come me siete ormai abituati a pagare col bancomat anche il caffè o le tre banane al supermercato, cresce.

Già, perché di toilettes accessibili al pubblico, a dire la verità, ce ne sono pure molte, tra cafés e ristoranti…ma Madame Pipì non transige: credo sia più facile intenerire un controllore della Stib che farla gratis dove c’è un cerbero a portata di bagno. D’altronde, se in Italia ci eravamo abituati a scambiare la sacra pausa di riflessione sull’oracolo di ceramica di un locale (del quale non intendevamo essere clienti) con un pacchetto di chewingum o un caffè al volo, qui risulta pure più conveniente: nessuno (a meno che non attraversiamo in moonboot pelosi e bikini il ristorante più esclusivo) ci rifiuterà l’accesso ai servizi: tanto, lo si paga a parte.

Eppure il Sacro Graal della PlinPlin esiste.

Anche in una città come Bruxelles è possibile trovare dei bagni pubblici dove l’emergenza non ha un prezzo (e che Mastercard resti pure, per tutto il resto).

Già si sapeva che i maschietti possono sfiorare l’eresia facendola contro la facciata laterale di Sainte-Catherine (in quello che già risultava uno degli orinatoi storici della città, come non tutti sanno… o, almeno, sicuramente non gli autori del video di cui sotto). Ma, del resto, pare non si facciano troppo pregare nemmeno se l’emergenza “impone” loro di omaggiare alberi e panchine –o peggio.

https://www.youtube.com/watch?v=KvRr3Y6kiIQ

Siamo noi femminucce ad avere qualche difficoltà in più: nonostante le scene che ho visto all’uscita di qualche locale, o a Matongé tra due auto in sosta…e nonostante l’invenzione di un diabolico marchingegno che dovrebbe darci quella parità dei sessi che ancora non avevamo raggiunto… il pudore ancora la vince (per fortuna). Peccato che le toilettes accessibili a noi gentil pulzelle siano in numero nettamente inferiore rispetto agli orinatoi pubblici...

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Avevo già diffuso la mia scoperta personale –piccoli traguardi quotidiani- che al Catasto (e in generale nella parte accessibile al pubblico del grattacielo di SPF Finances a Botanique) ci sono toilettes pulite, talmente grandi da poterci quasi pattinare, e soprattutto…sempre deserte.

Un’altra buona opzione, restando sul pubblico, ma declinato in versione “monumento storico”, sono i servizi del Palais de Justice: sì, proprio il bestione di Place Poelaert.

Di tutt’altro genere, ma da testare almeno una volta nella vita? Vale la pena di fare un salto nei bagni del ristorante Belga Queen (beh, anche il ristorante, ça va sans dire…anche solo per il design): completamente vetrati, vi garantiranno privacy solo quando vi deciderete di chiudere a chiave, in quanto è la serratura che fa scattare il processo di opacizzazione del vetro.

A scanso di equivoci, comunque, la città stessa già da tempo ha deciso di metterlo nero su bianco: a Bruxelles esistono molti bagni gratuiti, o al limite utilizzabili a 0,20€ (contro i 40-50 cent che si esigono altrove). È stata pure diffusa una pratica mappa, QUI, per cui non bisogna disperare: anche se non si vedono alla prima occhiata, ci sono…usateli!

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In fondo, è una questione di sopravvivenza: per la vostra vescica, e per portoni, elementi di arredo urbano e compagnia bella.

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