Inaugurata la mostra “Intimate Audrey”

È stata inaugurata pochi giorni fa a Bruxelles “Intimate Audrey”: una retrospettiva sulla vita di Audrey Hepburn curata dal figlio, Sean Hepburn Ferrer, per celebrare proprio qui nella sua città natale quello che sarebbe stato il suo novantesimo compleanno.

Uno sguardo inedito per un’icona di stile

La mostra, che si estende su più di 800 m², occupando i primi due piani del Vanderborght Building di Bruxelles, comprende diverse centinaia di fotografie –sia private sia professionali- originali e ristampate, un numero limitato di souvenirs e riconoscimenti, abiti e accessori, cimeli cinematografici -come lo scooter utilizzato nel classico “Vacanze Romane” del 1953, per il quale la Hepburn vinse un Oscar come miglior attrice- oltre a opere personali inedite, quali schizzi di moda e scritti a carattere umanitario .
Una serie di video toccanti narra poi i vari capitoli della vita dell’attrice.

Si tratta quasi di uno sguardo intimo sulla sua vita, volto a concentrare interamente l’attenzione sulla Audrey Hepburn donna, quella che per esempio aveva ridimensionato il suo impegno cinematografico per poter stare più vicina al proprio figlio bambino, e non solo sull’Audrey stella di Hollywood che tutti conosciamo.

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Chi e perché l’ha voluta?

Sam Hepburn Ferrer, figlio dell’attore statunitense Mel Ferrer, ha confermato di aver intenzionalmente cercato di riportare un punto di vista personale sulla vita dell’attrice britannica, «È una mostra insolita, perché la parte Hollywoodiana è stata completamente messa da parte, per mostrare quindi l’Audrey Hepburn donna che rientra a casa in famiglia, spogliata dell’aura leggendaria di icona del cinema», ha detto, ricordando che [Audrey Hepburn ] «ha vissuto una vita umile, una vita semplice, e forse lì dentro c’è la chiave del perché sia ancora così amata oggi».

Audrey Hepburn sulla copertina di Life, 1953 (credits: WEB)

Audrey non era Liz…?

Per allestirla, il figlio ha integrato con il proprio patrimonio personale il ricavato di una vendita precedente.

«Tutto è mio. Avevamo tenuto un sacco di cose, pur scegliendo di vendere gli abiti e oggetti in stoffa,  più delicati da conservare. Lo scopo dell’asta era comunque quello di raccogliere fondi: non abbiamo raggiunto nemmeno il 5% di quanto era stato incassato con la vendita degli effetti personali di Liz Taylor (c’è da dire che -a differenza della Taylor-  mia madre non ha mai collezionato gioielli preziosi), ma il principio era quello che  anche alle nuove generazioni – dalle quali comunque Audrey Hepburn è adorata – potessero permettersi un oggetto che le era appartenuto. Certi oggetti iconici hanno ovviamente reso consistenti somme di denaro, ma molti sono partiti a prezzi ragionevoli, e reso felici i fan, anche adolescenti ».

Dai natali ad Ixelles ad Hollywood

Nata a Bruxelles (Ixelles, per la precisione) il 4 maggio 1929 come Audrey Kathleen Ruston (il cognome più conosciuto, Hepburn, apparteneva alla nonna paterna: venne aggiunto da suo padre all’anagrafe solo anni dopo) da madre olandese e padre anglo-irlandese, crebbe in Olanda, e fu al Conservatorio di Arnhem che -nel 1939- iniziò a studiare danza.

La casa natale di Audrey Hepburn in Rue Keyenveld, 48 a Ixelles

Negli anni della guerra cambiò il suo nome in Edda van Heemstra per nascondere ai Nazisti la sua origine britannica.
Audrey si trasferì molto giovane a Londra per seguire corsi di danza classica, riconvertendosi poi alla recitazione -a causa di problemi di salute- e calcando  quindi le scene a New York per la commedia di Broadway “Gigi” del 1951.
Tra gli anni Cinquanta e Sessanta recitò poi in una serie di film iconici, tra i quali “Colazione da Tiffany“, “Charade” e “My Fair Lady”.

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E’ proprio con il personaggio di Holly Golightly (“Colazione da Tiffany “) che viene più spesso identificata nella memoria collettiva.
Con un’altra delle sue pellicole di successo, “Sabrina“, iniziò la collaborazione professionale con lo stilista Givenchy, che disegnò per lei molti dei costumi di scena.
Nella seconda metà degli anni Cinquanta la Hepburn era già diventata una delle più grandi attrici di Hollywood, e soprattutto un’icona di stile: donna di grande gusto, è ancor oggi ammirata e imitata un po’ ovunque.
I suoi abiti di scena (siano essi Givenchy o meno) sono stati più volte esposti e hanno comunque fatto storia: basti pensare al tubino nero indossato in “Colazione da Tiffany” , o ai maxi-occhiali da sole neri.

«È facile copiare il mio look . Le donne possono assomigliare ad Audrey Hepburn raccogliendo i capelli e comperandosi grossi occhiali e vestiti senza maniche».

(credits: WEB)

Bella, corteggiata e…buona

Audrey Hepburn con Mel Ferrer (credits: WEB)
Audrey Hepburn con Mel Ferrer (credits: WEB)

Nella sua vita sentimentale troviamo un Italiano, lo psichiatra Andrea Dotti, dal quale ebbe il figlio Luca (Sean era invece nato, come dicevamo, dal precedente matrimonio con il collega Mel Ferrer).
Audrey Hepburn morì a Tolochenaz il 20 gennaio del 1993, all’età di 63 anni, dopo aver dedicato i suoi ultimi anni a opere di beneficenza, divenendo pure Ambasciatrice ufficiale dell’UNICEF.

Raccontando che uno dei focus principali della mostra è una replica dell’albero dei fiori di ciliegio, tributo alla casa d’infanzia in Svizzera che i suoi genitori comprarono nel 1963 e che rimase la residenza della Hepburn fino alla sua morte, Sam Hepburn Ferrer ha ribadito  «Sono stato molto fortunato a vivere con una persona che ha preso le decisioni giuste per tutta la propria vita. Quando era ancora attiva come attrice, ha davvero fatto la differenza: il cinema era lei! Noi non eravamo la famiglia-tipo di Hollywood: vivevamo nella campagna svizzera, e quando tornai a scuola, mise un termine (o quasi) la sua carriera. Essere una mamma a tempo pieno è probabilmente uno dei più grandi doni che ci ha fatto: farci crescere come in una famiglia normale.»

(credits: WEB)

Iconica…in tutti i sensi

«Ho dovuto imparare a separare la mamma dalla stella del cinema. Mia madre era una donna, un’amica, che ci ha lasciato nel 1993 con ricordi, una casa, oggetti … Oltre a quanto avrebbe una comune famiglia, l’icona ci “perseguita” ovunque andiamo. Con i miei figli, quando arriviamo in una città straniera, facciamo un gioco, un po’ sul principio di “Dov’è Charlie?” Lo scopo è  di  trovare, in tre minuti, una rappresentazione della loro nonna. Ci riusciamo sempre, ovunque ci troviamo! Negozi, parrucchieri, caffé … Non dobbiamo nemmeno dimenticare che era una delle donne più fotografate del ventesimo secolo. »

In effetti, l’immagine della Hepburn è stata riprodotta su innumerevoli supporti e in altrettanti contesti, grazie ad una popolarità e ad un successo che pochissime altre dive del cinema hanno eguagliato.

Come, dove, quando

“Intimate Audrey” sarà visitabile all’Espace Vanderborght (Vanderborght Building, Rue de l’Ecuyer, 50 – 1000 Brussels) sino al 25 agosto 2019.
Tutti gli introiti verranno devoluti ad EURORDIS-Rare Diseases Europe, oltre che agli ospedali Brugmann e Bordet di Bruxelles.

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