10 cose da NON fare a Bruxelles

  1. Non pensate di fare i Portoghesi sui mezzi pubblici, perché “pagare 1,80€ per due fermate è indegno”. Potreste anche aver pensato di trovarvi in un Paese di “puri di cuore”, perché molte stazioni della metropolitana sono ancora sprovviste di barriere…ma i controlli ci sono, eccome…e all’uscita, non in entrata! Vero è che ogni lunedì su La Capitale vengono elencati i controlli ufficiali che la Stib effettuerà sugli utenti dei propri mezzi…ma si tratta solo di quelli ufficiali.
  2. Non dimenticatevi della precedenza a destra. Se avete deciso di portare con voi la vostra automobile, rispolverate rapidamente le conoscenze teoriche che pensavate vi sarebbero servite solo per superare i test alla Scuola Guida, ed abituatevi a circolare con l’occhio destro più che vigile. Anche se siete sulla Chaussée de Wavre o simili, quindi su una strada di una certa importanza, il vostro “nemico” potrebbe attendere in agguato in uno dei vicoletti infimi dall’aria ingannevolmente pedonale…e potrebbe vestire le spoglie della vecchietta fiamminga, che con fare deciso e spietato, si immetterà – a pieno diritto (SUO, purtroppo)- nella vostra portiera lato passeggero.
  3. Non andate a mangiare nella centralissima Rue des Bouchers, a meno che il vostro motto non sia “spennati e sofferenti” (rivisitazione alquanto pessimistica del “no pain, no gain”).. Le possibilità di ristoro che offre la città sono innumerevoli, di tutti i tipi, ed accessibili a tutte le tasche…e quelli che hanno bisogno di mettere il loro personale davanti all’entrata ad accalappiarvi per il collo o a picchiettarvi sul “coppino” per convincervi che da loro il vostro pranzo sarà paradisiaco…solitamente non investono altrettante risorse nella cucina e nell’igiene. Se proprio, inoltre, volete cenare in un ristorante italiano, state alla larga da quelli dove l’ortografia nei menus è assolutamente relativa, o dove si propina qualcosa di imperdibile (tant’è che già vi rimproveravate di non averlo mai sperimentato, in Italia…chissà perché!) come il “risotto alla Napoletana” o altre prelibatezze simili. I gruppi di Italiani, in Facebook, sono solo una delle risorse cui potreste affidarvi per consigli dai “locali”. TripAdvisor funziona bene, e in casi estremi…grazie a Pizza.be vi salverete in corner ordinando online un pit-stop a domicilio.
  4. Non ordinate acqua al ristorante, a meno che non siate irrimediabilmente astemi, e nemmeno una delle centinaia di birre prodotte in questo Paese sia ancora riuscita ad attirarvi. O a meno che, in un attacco di masochismo estremo, decidiate che vale la pena pagare 0,75lt di acqua 5 o 6€, quando una birra o un soft drink ne costano 2.
  5. Non passeggiate da soli in piena notte “oltre canale (nei quartieri “caldi” attorno a Ribaucourt, Comte de Flandre, Etangs Noirs e Simonis, oltre che verso Tour et Taxis) se non ci abitate (e da parecchio). Non siete sul lungomare di Rimini, e nemmeno nei quartieri turistici della città…vi perdono solo se vi state recando a qualche rave improvvisato e pubblicizzato con il tam tam via sms o via chat nei capannoni dismessi della vecchia Molenbeek industriale del Maritime. E anche lì, sappiate che la Polizia non ci tiene particolarmente a pattugliare i quartieri sopraccitati dopo le 21, ma in caso di musica “tunz tunz” chissà perché si presenta sempre.
  6. Non “dimenticate” di pagare i 40 cent alla Madame Pipì che vi ha appena garantito un degno e liberatorio accesso ai locali di sua competenza (leggi: vi ha fatto entrare nelle toilettes delle quali si occupa). Qui è normale pagare per usufruire di un bagno pubblico, non vedo perché voi dovreste potervi esimere….soprattutto dopo che grazie a lei avete trovato un locale impeccabile.
  7. Non invitate qualcuno ad un picnic senza specificare se deve portare qualcosa e –in tal caso- se da condividere o meno. Ho visto Belgi guardarmi come un’aliena dopo che mi ero presentata con una boule di insalata di riso per 20 persone ad un “brunch” domenicale al Parc della Woluwe dove l’organizzatore aveva scritto “ognuno porta qualcosa”…intendendo però “per sé”. Lo spettacolo migliore è godibile in caso di barbecue: l’usanza abituale, salvo diverse istruzioni, prevede che ognuno acquisti e porti con sé la carne che prevede di consumare (la modalità “uno fa la spesa per tutti e si divide il totale per il numero dei partecipanti” è ancora vista come MOLTO sospetta) e la fila che fa ciascuno davanti al barbecue per grigliarsi la bistecca diventa un’occasione quasi più conviviale del pasto stesso. Mah.
  8. Non premete il pulsante di selezione del caffè al distributore automatico dell’ufficio o dell’ostello senza ben verificare che sia EFFETTIVAMENTE il pulsante giusto. A tradimento, tra la selezione per la cioccolata calda, il cappuccino, il lait russe e chi più ne ha più ne metta, esiste SEMPRE l’opzione per la SOUPE AUX LEGUMES. Magari buonissima, per carità…ma  a mio giudizio non alle 9 del mattino.
  9. Non criticate ad alta voce la città, la presunta mancanza di cose da fare e da vedere, il meteo, l’abbigliamento della gente, e chi più ne ha più ne metta…a meno che non vi stiate esprimendo in Wolof*. La percentuale di Italiani o Italiofoni in loco è elevatissima, ed inversamente proporzionale alla tolleranza sviluppata negli anni nei confronti della maleducazione e della critica distruttiva. Piuttosto, cercate di investire il tempo del tragitto in metro (sì, quello che avreste impiegato a lamentarvi) chiedendo dritte al vicino di sedile. Why not? Se attraverso gli auricolari che sparano techno a tutto volume si accorgerà che vi state rivolgendo a lui, potrebbe anche darvi dei tips inauditi. (*piccolo appunto: anche la comunità Senegalese è numerosa, quindi eviterei a priori le conversazioni anti-diplomatiche, ecco…)
  10. Non andate per mercati la domenica mattina (a meno che non si tratti di quello alla Gare du Midi, che non prevede alternative, o di specifici eventi puntuali come mercatini biologici&co), se non volete trovarvi in un carnaio, rischiare l’esasperazione veloce e l’affare mancato. Il Marché des Abattoirs si tiene il venerdì, il sabato e la domenica, ed il sabato mattina –per esempio- è assolutamente vivibile e ben fornito. Il famoso Marché Aux Puces di Place du Jeu de Balle è uno degli imperdibili di Bruxelles, ma nel weekend è ormai diventato molto “accalappia turisti” (pur presentando sempre e comunque un certo fascino ed un’offerta varia e generosa), mentre durante la settimana l’ambiance è molto più tranquilla e il bon affaire molto più sicuro.

5 Risposte a “10 cose da NON fare a Bruxelles”

  1. Condivido tutto. Ma un must è mangiare le Moules frites Chez Leon in rue des bouchers, ma non fatevi fregare da tutti gli altri che circondano questo ristorante.

    1. Okay Guglielmo, ti salvo le Moules Frites di Leon…anche se sono buonissime pure da Rugbyman o in uno dei ristoranti del Quai aux Briques…ed eccezionali a La Bonne Humeur in chaussée de Louvain 🙂

    1. Poco turistico? io resto sempre a favore de La Fin du Siècle, anche se è molto conosciuto….altrimenti Les Brassins, o lo Zinneke a Schaerbeek 🙂

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