Tu vulive ‘a pizza: non di sola Napoli vive l’uomo

Gira e rigira, sempre lì si torna.

Una delle problematiche più discusse nei forum, dopo la pace nel mondo (!!!) e il carico fiscale più o meno oneroso…è dove mangiare una pizza BUONA nella città delle frites.

Dicevo…“Buona”? Ecco, già qui si scatena il pandemonio, perché il mio concetto di “buono” può essere molto diverso da quello di un’altra persona.

Che sia alta, bassa, una semplice marinara o margherita o una pizza svuotafrigo a prova di Gaviscon…la varietà cui siamo abituati è seconda soltanto a quella con la quale ordiniamo il caffè al bar da Mario.

(credits: web)

…doppia dose di carboidrati, per pochi duri – ma non puri (credits: web)

Tutti siamo però unanimi sul fatto che, NO, quelle del banco surgelati al supermercato NON sono la stessa cosa. Ancor di più dopo essersi imbattuti nella famigerata “Hawaii” (con ananas e prosciutto…chissà perché non è commercializzata in Italia) o nella “pizza pasta” (perché una dose di carboidrati non basta. Mettiamoci due fusilli, sopra, vah…idem).

Che la cultura e le abitudini alimentari all’estero possano essere differenti, siamo d’accordo. A Bruxelles, però, pur non trovandosi in una città enorme, è possibile assaggiare le cucine di (quasi?) tutto il mondo, si sa: è uno dei punti forti della città.

E in mezzo alla marea di ristoranti e snack multietnici LA pizza con la P maiuscola c’è, anche in considerazione del fatto che qui gli Italiani sono la seconda comunità di Expats dopo i Francesi (che, alla fine, è come se avessero attraversato il pianerottolo per suonare al vicino).

Non dobbiamo quindi arrenderci troppo in fretta…Il Sacro Graal c’a pummarola ‘n coppa si trova, eccome!

Uno dei posti iperquotati era “Un Posto al Sole”, dove il sorriso di Momo (egiziano cresciuto a Napoli)  e la genuinità delle pizze ti faceva anche dimenticare che stavi seduto in precario equilibrio su una sedia di plastica da giardino davanti ad una tovaglia a quadretti, in una delle piazze più popolari e vivaci di Saint-Gilles. Dico, faceva…perché secondo me un po’ ci si è montati la testa, e i tavoli “a castello” nella dispensa non sono il massimo. Resta comunque affollato, e la pizza è ancora degna di essere chiamata tale…anche se avvistamenti di animaletti più o meno simpatici nel locale stanno facendo desistere più di qualcuno.

Sempre a Saint Gilles, vicino a Horta, una buona opzione è  “La Bottega della Pizza”: pur essendo molto piccolo, per cui è obbligatorio prenotare pena ritrovarsi a bocca asciutta.  Il proprietario ha vinto anche un premio come migliore pizzaiolo del Belgio. Le pizze sono piuttosto alte, alla napoletana, con ottime materie prime. I prezzi, tra i 10 e 18 euro, valgono la qualità. Peccato che ogni tanto si riaccenda la polemica sul comportamento di chi ci lavora…ma alla fine, tu esci per mangiare la pizza o per simpatizzare con i camerieri?  Entrambe le cose, può essere…ma con un low-profile ci si può anche riuscire, a mangiare in pace.

Un ottimo punto di riferimento è anche “La Subida, a gestione familiare.

Spostandosi verso l’Altitude Cent, un buon indirizzo a Forest è il “Così Com’è. Il posto è piccolo, accogliente e caratteristico (i muri sono nostalgicamente decorati con i Trulli pugliesi) e nel menu si può scegliere tra più di trenta pizze. Molti lo ritengono uno dei migliori indirizzi a Bruxelles come pizza…quando i proprietari si ricordano di aprire.

Tutti qui conoscono “Pizza Saco”, a Schaerbeek, e posso confermare che si mangia molto bene. Anche l’ambiente mi piace molto: rustico, ma frutto di una ristrutturazione intelligente, quasi low budget ma sapiente.

Restando a Schaerbeek c’è “Salvarino, un po’ più formale ed esosa, mentre qualcuno cita “La Selva” (place de La Patrie), che personalmente non ho mai testato.

In zona “Europea” si cena molto bene a “La Brace”, in rue Franklin.
Altrimenti, è sufficiente  fare due passi addentrandosi verso il centro di  Etterbeek per trovare “Il Veliero” (vicino a Place Jourdan), dove i prezzi di asporto sono peraltro magnifici rispetto alla media Brussellese.

Uno degli ultimi nati è “Prego!”, sulla stessa piazza: ha fatto un discreto successo, tant’è che sta aprendo anche una succursale di fianco a La Bourse.

Sempre ad Etterbeek, comunque, resta una certezza “Pizza Lilo: sarà che ce l’ho dietro casa, sarà che, nonostante la pizza sia sempre davvero buona e il locale sia piccolo, ci si trova sempre posto, ma è un posto che consiglio sempre.

In alternativa,  ci si può sempre spostare a Ixelles, optando per “Il Perfetto, nel quartiere iper-animato del Cimetière, o passando “Da Claudio”, vicino a Ma Campagne e a Chatelain, dove la prima cosa che si nota entrando è il forno a legna.

Sembra che mi sia dimenticata del Centro, di quella Bruxelles 1000 dove i turisti sono (at)tirati (per il collo) dalle decine di pseudo-ristoratori in Rue des Bouchers. In realtà i posti “davvero buoni” sembrano meno numerosi, ma esistono, eccome.

Una buona soluzione può essere il “Divino”, in Rue des Chartreux: i gestori non sono Italiani, ma, a dimostrazione che non è solo la genetica che conta, ma è essenziale la buona volontà e l’esperienza, con la pizza se la cavano egregiamente, e possono stupirvi anche con dei magnifici cannelloni.

Molto frequentato è anche “La Cambusa2, a due passi dagli acchiappaturisti, ma metri sopra il loro livello. Famosi il loro aperitivo del venerdì ed i menu-combinati a base di pasta.

Verso il Plattensteens, comodo per l’Ancienne Belgique, c’è lo storico “Mirante. Vista la location (e i feedback positivi di molti Belgi…a volte mi ritrovo che per andare sul sicuro devo seguire i consigli…all’esatto contrario) non gli avrei dato due lire, invece mi ha piacevolmente stupito, tranne che per l’accoglienza del personale. Da vari feedback dedicati ho poi scoperto che, no, non ero io ad essere antipatica, pare che la freddezza sia consuetudine.

Uscendo dalle “solite rotte”, e addentrandosi invece Oltre Canale, ritengo che almeno una volta si debba fare tappa lungo la Chaussée de Jette, a Molenbeek, a “La Luna: fanno anche asporto, è da provare almeno una volta per una serata in pizzeria con la stessa atmosfera conviviale e familiare cui eravamo abituati in Italia.

Vero è che non è detto che la voglia di pizza dobbiamo togliercela seduti al ristorante con tutti i sacri crismi. In effetti, si può optare anche per un pasto più veloce.

Per esempio, “Mamma Roma” può piacere o meno: concept italiano, ma di proprietà belga, ha filiali un po’ dappertutto. Personalmente ogni tanto non disdegno un trancio di pizza con le patate al tartufo o con la crema di zucca.

Lo stesso concetto della pizza al taglio in modalità fast-food si ritrova da “Eccome no!” a Ixelles, zona Saint-Boniface.

Recentemente nei pressi di Place Jourdan ha aperto anche “Sapori di Sardegna”: il posto è molto alla buona, ma il trancio di pizza compensa alla grande riguardo quantità e qualità.

Un’altra soluzione easy ed economica può essere “Pazzi di Pizza”: di passaggio, sul Boulevard General Jacques a Ixelles, con una sistemazione spartana, ma alla fine è il sapore quello che conta.

Ma, si sa, noi Italiani siamo dei puristi. Per cui spesso sembra che senza andare a mangiare la pizza fuori una volta a settimana non ci sappiamo stare. […uhm…io che sono diventata intollerante ai latticini, che ho il pomodoro che mi fa diventare ancora più acida del solito…ecco, magari resisto un po’ di più…], ma non siamo comunque mai contenti…

Ai Mondiali l’Italia è ormai  cosa morta e sepolta, e i Diables Rouges spingono a fondo, ma non tutti si sentono rappresentati da una squadra di calcio che non è azzurra e ancora non si è capito in quale delle lingue ufficiali parli: il continuare nella ricerca della buona pizza fa parte dello spirito nazionalista.

La notizia è che no, non siamo in Burundi…quindi il lievito e la mozzarella al supermercato ce l’hanno. Per cui, la pizza, possiamo sempre provare a farcela a casa, piuttosto che brontolare: un pizza-party con gli amici belgi, e dimentichiamoci del tutto le frontiere culturali.

Solamente, occhio alle dosi quando facciamo la pasta: in fondo, gli ingredienti base sono gli stessi…della colla.

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