6 gennaio: è ora di Galette des Rois a Bruxelles

In Italia si dice che l’Epifania “tutte le feste porta via”.

Il mio gatto ha deciso che tanto valeva giocare un po’ d’anticipo, quindi ha abbattuto l’albero (per la quindicesima volta, credo) stamattina, dandomi la soave opportunità di trascorrere la pausa pranzo a disfarlo.

Stasera, comunque, non appenderò i calzini al camino in attesa di caramelle o –più probabilmente- del carbone (ebbene sì, sono stata TAAAANTO cattiva…e me ne vanto) , in primis perché non ho un caminetto, poi perché ho smascherato la Befana quando avevo sei anni…e infine perché la suddetta Befana è un “Km zero” italiano/mediterraneo: qui in Belgio manco sanno chi è. Da queste parti niente scope e niente babbione in giro tutta la notte a fare regali, a meno che non ci si riferisca alle cougars che vedo  talvolta nei locali, e nelle quali spero di non riconoscermi tra qualche anno.

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È però per domani, 6 gennaio, che il mio vicino di casa del secondo piano mi ha invitata a mangiare la tradizionale “Galette des Rois”…e stavolta (complici i 3 kg che –in assoluta controtendenza- ho perso durante le feste) non la manco di sicuro!

Storicamente –per i Cristiani-  il 6 gennaio è il giorno dell’Epifania: una festa religiosa che celebra la presentazione del bambin Gesù ai tre Re Magi.  La parola “Epifania” deriva dal greco antico, con il verbo ἐπιφαίνω,  ed il sostantivo femminile ἐπιφάνεια, epifàneia = manifestazione, apparizione, venuta, presenza divina.

Oggi, però, nel laico Belgio, 6 gennaio equivale più ad un “torta da condividere con la famiglia o gli amici”.

La tradizione vuole che sia una torta di pasta sfoglia ripiena di pasta di mandorle (per i francofoni “frangipane”), ma negli ultimi anni cominciano a vedersi torte di mele, pan di zenzero e compagnia bella.

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In pratica l’epifania (in senso stretto) c’è eccome, ma si riferisce alla presenza di una “sorpresa” : la famigerata galette, infatti, non è una torta normale, perché c’è nascosto  un fagiolo (o una fava, o comunque un “qualcosa”) e la persona che lo trova -mordendo la propria fetta- sarà il re o la regina della festa.

La degustazione, quella sì, dovrebbe seguire un preciso rituale.

Per evitare imbrogli, il più sfigato giovane del gruppo si infila sotto il tavolo (sì, ci vuole un tavolo…augurandosi che non sia il Lack del salotto e che il più giovane non sia alto un metro e novanta), e distribuisce alla cieca le porzioni  del dolce.

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Dopo aver mangiato la propria fetta e scoperto l’inestimabile fagiolo (…mai più senza…), il vincitore viene incoronato re o regina della festa, ed ha diritto di scegliere il proprio “consorte”, per regnare insieme sulla casa, sia pure per un giorno.  Non ci si ha trovato una fava? Meglio porsi qualche domanda… E vissero felici e contenti.

Dove trovare questa famigerata galette?

Tutte le normali pasticcerie  danno l’opportunità di poter scegliere la propria torta, spesso venduta direttamente insieme con una corona dorata (per il re o la regina di turno); anche i comuni supermercati sono ben forniti . Si nasce imparati, insomma.

Ci piacerebbe farla da soli? Eccoci! Direttamente da Marmiton:

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Preparazione : 15 minuti – Tempo di cottura : 40 minuti

Ingredienti (per 6 persone) :

  • 2 dischi di pasta sfoglia
  • 100 g di polvere/farina di mandorle
  • 75 g di zucchero semolato
  • 1 uovo + 1 tuorlo per la doratura
  • 50 g di burro ammorbidito
  • Qualche goccia di estratto di mandorla amara
  • 1 fava !

Preparazione :

Disporre uno dei due dischi di sfoglia in uno stampo circolare per torte, e picchiettarla con una forchetta.
In una ciotola mescolare tutti gli altri ingredienti tranne il tuorlo e la fava; stendere il comporto così ottenuto sulla pasta sfoglia nello stampo, metterci la fava (stando vicino al bordo, per ridurre le possibilità che la suddetta venga tagliata affettando la torta !). Chiudere la torta con il secondo disco di pasta sfoglia, incollando bene i bordi; con un coltello effettuare dei disegni decorativi sulla superficie, e spennellarla col rosso d’uovo diluito in un po’ d’acqua.
Bucherellare con una forchetta (in modo da permettere all’aria di uscire, per evitare che il dolce si gonfi e secchi troppo).
Infornare a 210°C (t. 7) per circa 30 minuti (sorvegliatela a partire dai 25, ma –a seconda del forno- potreste dovercela lasciare sino a 40) .

Bevanda consigliata : sidro o succo di pera.

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