Il cielo sopra Bruxelles: di meteo e di stereotipi da Expats

Anche oggi a Bruxelles è una di quelle giornate invernali che non possono che mettere di buon umore: l’aria è sì frizzantina, ma non spira un soffio di vento, c’è un cielo azzurro da cartolina e splende un sole da renderci increduli.
Ho quindi, ancora una volta, deciso di poter farmi riconoscere come Italiana, e ho finalmente rispolverato gli occhiali da sole: non mi interessa se ero una dei pochi (e gli altri “pochi” erano probabilmente Italiani come me, o dovevano camuffare i risultati di un pestaggio), le mie lenti a contatto hanno sicuramente ringraziato.

uno scorcio fotografato oggi vicino a Comte de Flandre
uno scorcio fotografato oggi vicino a Comte de Flandre

 “Sei diventata meteoropatica?”.

A parte il fatto che un po’ lo son sempre stata, devo dire che da queste parti i cambiamenti in proposito sono subitanei, talvolta scoccianti, e possono davvero arrivare ad influenzarti l’umore dell’intera giornata.

Provate a dover andare ad un colloquio di lavoro o ad un meeting importante, e a diventare paranoicamente fobici del famigerato “ciaf!” che emette quella che io chiamo la “mattonella assassina”, ovvero l’elemento dissestato presente un po’ in tutti i marciapiedi di Bruxelles, pronto a guastarti scarpe e pantaloni quando non hai tempo di cambiarti o ripulirti.
Provate ad avere capelli sottili che non vedono l’ora di scombinarsi al minimo aumento del tasso di umidità, magari proprio quella volta che vorreste essere impeccabili…e mica tutti possono fare come me, che sono da anni ritornata alla modalità “treccina afro” e mi sveglio già pettinata (o spettinata, come preferisce credere mia madre).

METEO BXL_autunno foglie

La domanda che mi sono sentita porre molto spesso qui da ogni Belga o quasi, quando scopriva che sono Italiana? “Ma come mai sei qui? Da voi si mangia bene, avete il sole, il mare, la musica, la bella gente…”

Sorvoliamo sulle ultime opzioni (in fondo anche qui si difendono decentemente 🙂 )…e concentriamoci su quell’oggetto che da queste parti talvolta sembra diventato merce rara: sì, il SOLE.
Io mi diverto, quasi, a rispondere che tra me –o, meglio, tra la mia regione d’origine- e la Sicilia (che è lo stereotipo principalmente adottato dal Belga medio per rappresentare la situazione climatica italiana) ci sono quasi più chilometri che tra me  e Bruxelles.

Dalle mie parti l’umidità a volte raggiunge tassi monsonici, e ci si ritrova in quella situazione per cui d’estate esci di casa e ti senti uno schifo nel giro di 20 secondi, le caviglie ti diventano come due zamponi anche se pesi 40 kg, e le zanzare approdano in massa alla Black Hawk Down; d’inverno, invece, magari si è a 10° ma la temperatura percepita è nettamente inferiore, a causa del freddo che ti entra nelle ossa manco fossi un vecchio artritico perseguitato dai reumatismi.

Per non parlare del fatto che da ottobre a febbraio la situazione climatica predominante in Pianura Padana è questa:
nebbia polesineDiciamo, quindi, che siamo climaticamente più affini allo stereotipo della Transilvania: resto convinta del fatto non si vedano circolare troppi Vampiri solo perché in Polesine coltivano tantissimi campi di aglio.

Resta invece una certezza: se vivi in Belgio uno degli argomenti di conversazione più classici è quello connesso al meteo, che tu conosca il tuo interlocutore o meno.
Che risulti un espediente per attaccare pezza sotto la pensilina di un autobus, mentre si cerca di evitare che l’infida goccia coli sulla nuca, o che sia la malefica rivincita di un altro esponente della comunità proveniente dal Sud Europa…sempre lì si ricasca.

Io, però, non me la sento di supportare la teoria dell’Expat imbruttito, stufo e pessimista, quella per la quale a Bruxelles piove sempre e tutto è della stessa tonalità di grigio.

Ci sono, ovviamente, delle stagioni più umide e piovose di altre, ma durante tutto l’anno ci sono momenti, soprattutto in maggio e settembre, nei quali il sole splende e le temperature risultano decisamente gradevoli.
Non rigirerò il dito nella piaga, ricordando che per l’estate 2014 ha piovuto molto meno a Bruxelles che in qualsiasi regione italiana.

...questa foto è stata scattata a Bruxelles, vicino a Place Jourdan...
…questa foto è stata scattata a Saint-Gilles l’estate scorsa…

Perché, sì, ha comunque piovuto.
Ma se il prezzo da pagare per avere giornate estive a 25-30° (quindi sì, niente caldo torrido…ma la MIA estate ideale, quella in cui puoi uscire e divertirti senza diventare uno straccio che ricerca ogni millimetro quadro d’ombra o vorrebbe tuffarsi nelle fontane) è quello del temporale serale…bel venga! [Beh, magari non proprio durante il Brussels Summer Festival o quella volta in cui fai una festa all’aperto, ma in fondo non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca, giusto?].

tetti nel quartiere di Sainte-Catherine
tetti nel quartiere di Sainte-Catherine

Poco mi importa se mi posso ritrovare a dover girare col maglione in una sera di agosto, per poi avere ancora il giubbotto leggero a fine novembre (ho una fotografia della sottoscritta col giubbino di pelle il 4 dicembre…manco a Barcellona…)
Né avrei voluto citare il fatto che due settimane fa a Padova si era sottozero, mentre qui io i guanti li ho usati due volte: i primi inverni che ero qui ho visto il termometro andare a -15°, di notte, ma era quel freddo secco che ti fa, sì, cascare il naso, ma non ti lascia la sensazione di spossatezza che l’equivalente umido farebbe a 10° di più.

In Belgio si vedono comunque molte giornate limpide, come quella di oggi, nelle quali ci si stupisce di come i ristoratori riescano a mettere i tavoli sul plateatico alla velocità della luce, e di come le nuvole corrano in cielo come nei cartoni animati.

la mia gatta si gode il sole: scattata ad Etterbeek
la mia gatta si gode il sole: scattata ad Etterbeek

Leggi anche: “10 tramonti a Bruxelles”

Qui i cambiamenti nel meteo sono improvvisi (pur se -spesso- prevedibili), e a volte ci sembra di poter confermare l’esistenza della famigerata nuvola fantozziana: eccoti che esci di casa col sole che splende, arrivi a Merode (nemmeno 10 minuti a piedi, nel mio caso) che il tutto si è ingrigito e pioviggina, poi a Madou di nuovo sole ma con un vento della madonna, mentre magari  all’Atomium grandina.

dov'è il grigiore?
dov’è il grigiore?
una giornata di sole nel parco della Basilique
una giornata di sole nel parco della Basilique
...scattata a Bruxelles, in maggio...
…scattata a Bruxelles, in maggio…
ok, ok, capita spesso!
ok, ok, capita spesso!
la Rue Neuve a giugno 2013: poco invitante, sono d'accordo
la Rue Neuve a giugno 2013: poco invitante, sono d’accordo
scattata qualche giorno fa. In GENNAIO, quindi...
scattata qualche giorno fa. In GENNAIO, quindi…

La formula magica? Abbigliamento “a cipolla”, ovvero il “vestirsi a strati” che tanto ci raccomandavano le mamme e le maestre prima delle gite scolastiche o in colonia in montagna. Se poi coordinate comunque i colori e non sembrate vestiti con la colla o fashion come dei mammuth ubriachi, mi fate un piacere.
Il secondo assioma? Dimenticatevi l’ombrello. Tanto, se piove come da queste parti “sa” piovere…il vento ve lo porterà via in pochi secondi. Persino quello di fabbricazione tedesca del quale tanto mi tessevano le lodi, e del quale a Padova andavo fiera…si è arreso in pochi attimi di più. Non siamo ai livelli della bora di Trieste, ma se un giorno della settimana scorsa han chiuso i parchi di Bruxelles per troppo vento…troppo tranquilli non si è.

Insomma…beanie (o berretto o fazzolettone da mondina/vedova siciliana/sciura greca…ma anche no), gambe in spalla, e…pedalare! No, al “nuotare” pare non si debba ancora arrivare. Per ora.

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