Straziami, ma di Gaufres saziami

Pur essendo a dieta perenne, non sono mai stata quella che si tira indietro quando si tratta di sperimentare la cucina locale, né la cucina che tanto locale non è ma “l’etnico ccipiacetanto” e quindi alla fine va di pari passo con la pastasciutta.

Mi sono però resa conto che, a parte un’incursione nel meraviglioso e cellulitico mondo delle frites, non vi ho ancora approfondito granché il panorama gastronomico belga.

 

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Non sono qui certo a parlarvi degli “Spaghetti Bolo(da pronunciarsi rigorosamente con l’ultima “o” accentata, alla francese), che  da queste parti e all’estero in generale propinano come piatto tipico italiano (e ci verrebbe tanta voglia di far resuscitare Garibaldi e mandarglielo in spedizione punitiva, con tanto di Anita armata di spazzolone…). Per quanto riguarda le birre ed il cioccolato vi rimando, invece, ad una prossima puntata.

In generale posso affermare che i Belgi sono persone di bocca buona (sempre pronti alla sperimentazione) e dallo stomaco di struzzo (il pasto principale è quello serale…e NON mangiano poco).

A pranzo in generale si va di sandwich.  Un’altra cosa che si trova molto negli snacks è il pan saucisse in varie declinazioni, tutte con il comun denominatore della capacità di “riproporsi” sino all’ora di cena. Non è inoltre raro vedere gente aggredire a forchettate una vaschetta di insalata cresciuta tra i banchi frigo del Carrefour: perché, in fondo, sprecare quei quindici  minuti mettendosi a mangiare seduti anche solo su una semplice panchina, quando si può trascorrere la pausa pranzo zigzagando sul marciapiede e facendosi insultare dal prossimo?

La cena viene consumata prestino (un po’ troppo, per i miei gusti), e di solito è costituita da un piatto unico, cui viene associato un dolce o al limite un piccolo “antipasto”, per completare l’apporto calorico necessario e innalzare il livello colesterolo, sai mai che rientri nei limiti normali.

Se poi la si innaffia di birra meglio ancora, che se questi fossero cresciuti in Veneto direbbero che “l’acqua smarsisce i pai , invece non lo sono…ma hanno perfettamente enucleato il concetto.

Se la vicinanza del mare ha consentito diverse varianti con il pesce, i molluschi ed i crostacei, anche con la selvaggina, gli affettati ed i paté (provenienti soprattutto dalle Ardenne) i Belgi non se la cavano male. Inoltre, il vanto del Plat Pays sono le sue verdure (dove per “verdure” non intendo certo le patate…basti pensare ai cavolini di Bruxelles e all’indivia, ovvero…gli chicons) ed i legumi.

Ma questi famosi piatti tipici?

Sono inaspettatamente molti, e con tante varianti regionali.

Citiamone dieci, giusto per gradire ed in ordine assolutamente casuale:

  1. Il Waterzooi è tipico di Gand ma diffuso in tutto il Paese. Si tratta di una specie di spezzatino di pesce o di pollo (si spera mai di entrambi in contemporanea) con panna e verdure  (patate, rape, sedano, porri e carote). La versione nordica e bulimica del tajine?
  2. Le Moules con le frites: le cozze che arrivano dalla Zelanda vengono stufate in vari modi (con aglio, con vino bianco, con salsa di pomodoro piccante, con il curry, nella birra…) e presentate in una pentola di ghisa piena sino all’orlo, con al fianco una ciotolina di immancabili frites. Da consumarsi nei mesi con la R (altrimenti pare si sia fuori stagione…uhm…), e possibilmente lontani dal centro storico di Bruxelles. Io vi ho avvertiti.
  3. I Jefke o Rollmops sono una prova di coraggio a base di filetti di aringa -marinati con scalogno e fagioli bianchi-  serviti con olio, aceto, limone e maionese. Il Gaviscom viaggia a parte, è però vivamente consigliato. Alla fine, voi non siete uomini di mare, né avete combattuto i Romani…resta il fatto che siano molto buoni (i Rollmops, non i Romani)
  4. Non l’ho testato personalmente, perché sia mai che un giorno mi risvegli Jessica Rabbit e debba renderne conto ad un Roger incazzato come una iena, ma pare che il Lapin à la Kriek sia davvero ottimo, come buonissima è la variante alle prugne. Una mia amica quando va a mangiare a Les Brassins prende sempre e solo questo.

    (credits: web)
  5. Sì, le famigerate “pesche con il tonno”. Cominciate pure a storcere il naso: anch’io l’ho fatto, la prima volta che mi sono vista presentare davanti una mezza pesca sciroppata ripiena con salsa tonnata e spruzzata di prezzemolo, per gli amici “pêche(s) au thon”. Poi però un’amica di Bruges mi ha presentato una versione “dissociata”, ovvero un’insalata di patate lesse, cipolle rosse, pesche sciroppate a cubetti, tonno sott’olio in scatola, prezzemolo. Non dico che ne mangio tutti i giorni, ma se a volte mi capitano davanti non disdegno.
  6. La Carbonnade Flamande è uno spezzatino di manzo stufato nella birra con cipolla, spesso addolcito con sidro, zucchero e un po’ di sciroppo di ribes, e servito con le immancabili frites. Una volta ho visto servire una Carbonnade con la Carbonara nello stesso piatto, ma sono riuscita a trattenermi dall’andare a stringere la mano a chi la stava mangiando e  a complimentarmi per il coraggio  col cuoco.
  7. Lo Stoemp: un pasticciaccio tradizionale di puré di patate (spesso mescolate con carote), panna, cipolla o scalogno, bacon, spezie ed amenità varie. Avrà anche il nome del cugino di Gargamella (non so se esista, mi è uscita così, ma la Nazione è quella giusta) ma, fidatevi…è buonissimo. Il classico svuotafrigo incrociato con la ricetta della nonna, e, per chi fosse senza ritegno…lo vendono persino surgelato.
  8. Vi ho già menzionato più volte l’Americain. Ovvero, il magico motivo per cui le donne incinte da queste parti hanno già tutte avuto la toxoplasmosi in età scolare, per cui le vedete brucare insalata e frutta fresca come se fosse l’ultimo giorno su questa terra e come se il bicarbonato o l’amuchina non fossero mai esistiti. In fondo, basta quel cincinin di carne di manzo cruda, da insaporire con maionese, capperi e salsa Worchester, per poi schiaffarla in una demi-baguette con cetrioli a gogo o mangiarla direttamente impiattata con insalata e frites…e passa la paura.
  9. Le vendono ovunque. I furgoni degli ambulanti hanno la tendenza a piazzarsi sempre sullo sfondo delle nostre foto migliori, e il profumo dolciastro non ci abbandona mai, se non in prossimità di un chiosco di frites. Sto parlando delle Gaufres: sono delle cialde cotte tra due piastre a griglia, declinate in alcune varianti un po’ dappertutto  nella tradizione culinaria del Nord Europa. Qui ce ne sono di due tipi. Quelle di Bruxelles sono rettangolari e meno dolci; si possono mangiare dure –poco- e pure-ancor meno-, oppure servite con panna montata, frutta, sciroppi di frutta, gelato e/o cioccolato fuso. Le gaufres di Liege hanno invece un  contorno smussato, a nido d’ape, e nell’impasto c’è un particolare tipo di zucchero in grani (sucre perlé), che non si scioglie: per questo motivo sono decisamente più dolci delle prime e di solito si gustano senza altri intrugli.
  10. In Italia ce li ritrovavamo serviti con il caffè al bar, che occhieggiavano incellofanati con tanto di logo rosso su plastica trasparente: sono loro, gli Speculoos. Dolci e croccanti, dal forte gusto speziato e di cannella, da queste parti esistono declinati anche in versione morbida (burrosissima, ipercaloricissima e buonissima) e pasta spalmabile come alternativa alla Nutella (che risulta quasi dietetica, in confronto). C’è inoltre il gelato, e credo di aver visto pure il liquore. Se ci fanno pure le figurine e l’album…Internatemi, ve ne sarò grata.

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