Italia-Belgio: 1-1…Fragole di Wépion e risotti

Prima che un mio amico belga mi parlasse della sua ideona di esportarle negli Emirati Arabi (!!!), io manco sapevo che in Belgio si coltivassero fragole, o –almeno- che non ci si limitasse a farlo nel potager personale tipo quello del mio vicino al secondo piano.

Di certo, quindi, non sapevo che da molti anni le suddette fragole sono il motore principale dell’economia di un intero paesino in riva alla Meuse, vicino a Namur, Wépion, dove alla fragola locale è stato pure dedicato un museo.

FRAISE WEPION_paese

E se negli anni Settanta, con l’urbanizzazione e la cementificazione delle campagne, oltre all’aumento innegabile dei controlli legali e fiscali, la produzione ufficiale ha subito un notevole calo, si tiene ancora –in stagione- la tradizionale Criée de Wépion, con la quotidiana “vente à l’horloge” della sera, e ogni anno i quotidiani belgi annunciano con trepidazione l’arrivo delle fragole locali nei supermercati…orgogliosi di potersi vantare di come siano più buone e sane –pare– delle cugine spagnole, ma soprattutto del loro essere “chilometri zero”.

(credits: web)
(credits: web)

Scopro così che, pur non costituendo una Denominazione di Origine Controllata, per la “fraise de Wépion” c’è una produzione organizzata sin dai primi anni Duemila (quando la cooperativa locale si trasformò in una vera e propria  organizzazione di produttori, secondo le normative CEE), che segue rigorosamente un capitolato specifico e regole ferree: tutte le fasi della coltivazione (sia quella in serra, sia quella delle produzioni non forzate, nei campi “normali”) e della raccolta sono monitorate quotidianamente, e il produttore assicura la tracciabilità di praticamente ogni singola fragola.

FRAISE WEPION_criée 03

FRAISE WEPION_criée 01

Mica pippe, insomma.

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Le ho assaggiate, ‘ste benedette fragole? Beh, certo.
Per me le fragole sono un elemento da NON consumare con moderazione, e una tentazione cui proprio non riesco a resistere.
E oggi che il clima è freschino, e che il cielo un po’ indeciso ci fa pensare quasi più ad un fine marzo dubbiosamente ventoso che ad un venerdì di giugno con il solstizio d’estate imminente, aprire il frigo e vedere fragole non mi ha disturbata per nulla.
Il mio pranzo –e quello di un’amica belga che lavora vicino- si è trasformato in un improvvisato “Italia vs Belgio: 1-1”, ovvero in un risotto ben caldo…alle fragole di Wépion.

La RICETTA? Ecchila.

Ingredienti per 2 persone:
200gr di riso (meglio se Carnaroli…200 gr? Beh casomai non ve ne foste accorti, i Belgi mangiano tanto!)
circa 200gr di fragole (circa! Sinceramente…sono andata ad occhio)

1 cipolla dorata
1 bicchiere di vino bianco secco
brodo vegetale q.b.
sale, pepe nero
parmigiano grattugiato
1 tazzina da caffé di panna da cucina
1 noce di burro
(olio d’oliva*)

La ricetta originale prevede di scaldare l’olio in un tegame e farci rosolare la cipolla tritata molto finemente, senza farla bruciare (come in qualsiasi risotto). Io, che cerco di cucinare leggero, e quindi uso i grassi solo a crudo, per il soffritto uso il brodo…a voi la scelta.

Una volta dorata la cipolla, si aggiunge il riso e lo si fa tostare per due o tre minuti; poi si mescola energicamente, si aggiunge tutto il vino bianco e si mescola ancora, sino a suo completo assorbimento.

A fuoco medio, poi, si continua la cottura del riso, aggiungendo il brodo (che dev’essere caldo) poco alla volta…come in qualsiasi risotto, appunto.

Nel frattempo si lavano, si puliscono e si tagliano a pezzetti le fragole; una metà va aggiunta al riso, a metà del tempo di cottura previsto; l’altra metà la si frulla con la panna e la si aggiunge, sempre mescolando, giusto un minuto prima della fine.

A cottura ultimata, si spegne il fuoco (…ma va?) e si lascia mantecare qualche minuto con una noce di burro, sale e pepe a piacere; si aggiunge il parmigiano e…

Eet smakelijk!!!

FRAISE WEPION_risott 01

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