Realo: il Grande Fratello dell’immobiliare al centro della polemica

D’accordo, trovare e comprare la casa giusta è a volte quasi un terno al lotto.
I più sbrigativi si sono presi talvolta delle belle fregature (che si parli di sorpresine in bilancio condominiale o progetti urbanistici invasivi), altri hanno pagato fior di quattrini ad esperti e tecnici per farsi dire che la vasca da bagno perdeva e che le begonie del giardino erano in fase terminale (ok, esagero…ma nemmeno troppo), altri ancora si son ritrovati come vicini i migliori punkabbestia bobo-chic della città o degli appassionati di barbecues puzzolenti (toh, questa l’ho già sentita…)

Paola Marella ed il suo team in una delle edizioni di "Vendo Casa Disperatamente" - Real Time (credits: web)

Paola Marella ed il suo team in una delle edizioni di “Vendo Casa Disperatamente” – Real Time (credits: web)

Ora, però, pare che sia proprio belga la svolta epocale.
È arrivato Realo, che NON è l’ottavo nano ma semplicemente un Grande Fratello dell’immobiliare.

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Cerchi casa? Beh, lui non solo ti trova –forse– l’immobile che vorresti, ma ti ci piazza un bel profilo socio-economico-culturale del quartiere, e –se non hai il coraggio di sbirciare attraverso le tendine di pizzo, che da queste parti le tapparelle non ci sonoti fa pure controllare dentro casa del vicino.

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Apriti cielo!
In effetti, oggi la polemica è su tutte le testate principali del Plat Pays.

Ma come funziona,  in pratica?

Incrociando le informazioni provenienti da diverse banche dati, il sito è in grado di dirci se vicino al nostro potenziale nuovo nido (d’ammore) ci sono scuole, ospedali, fermate bus, se i vicini hanno pagato un botto per la loro casa, e pure cosa fanno questi vicini: se al secondo piano c’è la versione belga di Homer Simpson, impersonato da uno chomeur incallito appassionato di Duvel, potremmo forse scoprirlo in anticipo (semmai ci interessasse).
Come sapremmo se nel quartiere ci sono un botto di studenti, con festacce annesse (il che per qualcuno come la sottoscritta potrebbe essere un punto a favore, ma se l’acquirente è una settantenne artritica o un misogino ipersensibile al rumore non è proprio la stessa cosa).
O magari anche scopriremmo che la famiglia VanQualchecosa di un isolato più in là si è appena comprata una Mercedes da 300000 fischi, il che potrebbe far precipitare l’ego del nostro marito al livello di quello di un criceto e farlo entrare in depressa competizione con il sopraccitato Homer VanQualcuno del secondo piano.

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da “Una finestra sul cortile” (credits: web)
da "Una finestra sul cortile" (credits: web)
da “Una finestra sul cortile” (credits: web)

Leggi anche “Belle o brutte, le case in Belgio?

Legale? Pare di sì.
Alla fine si tratta di dati già di dominio pubblico, che il sito si limita semplicemente a riunire, tracciando un profilo socio-economico generico (niente Mercedes da centinaia di euro né gusti precisi del birrofilo di turno, stavo scherzando: potete tirare un sospiro di sollievo).
Da Google-Santo-Subito alla Sciura-Maria-ora-pro-Nobis, dove il “noi” è un paranoico della conoscenza, e l’ “ora” si traduce in “ore” di assennate ricerche in Internet.

Già era stato proposto  (da  Joke Schauvliege, CD&V) di attribuire un rating, “un punteggio di mobilità”, agli immobili in vendita, basandolo su parametri pure  abbastanza scontati, quali vicinanza a scuole e servizi, accessibilità tramite il trasporto pubblico ecc… Tale idea era però stata bocciata dagli addetti del settore, che vedevano notevolmente ridotti i propri poteri commerciali e prospettavano già visioni di beni immobili incasellati in stereotipi e cifre da burocrate dell’Est pre-caduta-muro, numeri asettici che avrebbero potuto voler dire tutto e niente.
Adesso, però, proprio i mediatori di cui sopra potrebbero ritrovarsi ad avere a che fare con un potenziale acquirente che ha già deciso il proprio margine di trattativa in base al fatto che sul campanello del quinto piano c’è un nome arabo.

E  la sbirciatina nel salotto del vicino?
Toon Coppens, co-fondatore di Realo.com insieme con  Lorenz Bogaert, due volti già noti (Netlog vi dice mica qualcosa?), spiega semplicemente che se la casa del vicino in questione era già apparsa precedentemente in un sito immobiliare, è molto facile che le foto corrispondenti all’annuncio siano visibili su Realo.
Non è una violazione della privacy, come conferma la Commission Vie Privée, che vede nel tutto un semplice utilizzo intelligente di informazioni già di dominio pubblico: ognuno, in caso, ha il diritto di comunicare che non vuole che la propria casa compaia nella banca dati…Un po’ come succede con Google Maps: non sei chiamato a dare il tuo consenso, a meno che tu non lo voglia rifiutare espressamente. E già sull’etica di questo principio le polemiche possono essere legittime…ma nessuna legge è infranta.

Diversa, però, è l’opinione di Patrick Charlier, direttore del Centre pour l’Égalité des Chances, che vede nel principio proposto un chiaro invito alla discriminazione. «Già tempo fa era stato condannato un venditore che nell’annuncio aveva chiaramente insistito sul fatto che nel condominio dove era situato il bene non c’erano immigrati. Ora qui succede la stessa cosa, solo che la si confeziona in chiave diversa».
In effetti quanti prima scartavano un appartamento perché non volevano sentirsi la “mosca bianca” della situazione (e del quartiere) qui avrebbero decisamente vita facile.
E poco importa il principio per il quale non è detto che i cattivi siano quelli vestiti diversi da noi e magari un po’ più abbronzati, perché la follia e il terrore che corre sul pianerottolo possono avere le sembianze del vicino fiammingo biondo come un vichingo e dall’ugola resistente (come potrebbe testimoniare la mia amica P.).

REALO_Banksy-Ghetto-4-Life

La ghettizzazione potrebbe avere una marcia in più, per quanto –ripeto- anche prima tali informazioni potessero comunque essere accessibili e verificabili.

Io sono curiosa come una biscia, e ovviamente ho voluto testarlo, questo “ottavo nano” impiccione del panorama immobiliare.
Beh…
Per ora è disponibile in versione Beta.

la schermata iniziale
la schermata iniziale
quello che avrei dovuto -teoricamente- vedere
quello che avrei dovuto -teoricamente- vedere

Due ore fa ha smacchinato un’eternità solo per dirmi che non c’erano dati disponibili, per il mio isolato. Quando –utilizzando altri strumenti di ricerca- un aiutino avrei potuto darglielo in tranquillità.
Ora, invece, pare proprio overloaded: troppi utenti-guardoni.
Figurati, chissà in quanti curiosi hanno letto come me i giornali, stamattina…e non vedevano l’ora di scatenarsi.

misero risultato
misero risultato…

Il dubbio, visto anche lo scalpore suscitato, sorge spontaneo: non saremo mica davanti a una versione in chiave immobiliare della magnifica azione di marketing che aveva fatto il successo mediatico di Cinquanta Sfumature di Grigio? Proprio quello che aveva giocato sull’effetto pecora e sulla curiosità morbosa della gente, facendo leva proprio su quei pregiudizi che non ammetteremmo mai di avere?

In fondo, si sa: bene o male, l’importante è che se ne parli

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Approfitto per ricordarvi che stasera

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