Storia di Budapest – 3 – Il Regno d’Ungheria

Storia di Budapest – 3 – Il Regno d’Ungheria vuole essere il terzo capitolo sulla storia dell’Ungheria, vista da Budapest.

Come abbiamo visto nel precedente capitolo, non gli Unni ma i Magiari erano gli antenati degli ungheresi.

Chi erano i Magiari e dove vivevano in origine?

I Magiari o ungari o ugri erano un gruppo etnico appartenente al ceppo ugro-finnico.

Essi occupavano nel 4000 a.C. la regione della Siberia Occidentale.

Piú precisamente la terra delimitata dal fiume Volga e dai monti Urali.

Dalla Siberia al Bacino dei Carpazi

il viaggio dei Magiari

Intorno al 2.000 a.C., il ramo finno-estone si spostó verso il Mar Baltico, mentre gli ugri si diressero verso le vallate.
Gli ugri si dedicavano all’agricoltura e all’allevamento di bestiamo, soprattutto cavalli.
(feltételezett magyar őshaza).

Dopo il 500 a.C. gli ugri migrarono verso Ovest e iniziarono a far riferimento a se stessi come magiari (MAGNA HUNGARIA).

Diversi secoli piú tardi, spinti sia dalla crescita della popolazione che dalla pressione di altre tribú, questi si diressero verso il fiume Don (LEVÉDIA).

Qui si unirono a popolazioni locali dando vita all’alleanga tribale onogur (dieci popoli).

L’ultima migrazione prima di raggiungere il Bacino dei Carpazi li vide approdare nella regione Etelköz, a nord del Mar Nero.

Nell’anno 895 d.c., sotto la spinta di feroci attacchi di popolazioni asiatiche, 7 tribú magiare guidate da Árpád si staccarono e si spostarono verso il Bacino dei Carpazi.

Il Gran Principato d’Ungheria

I Magiari si stabilirono quindi nel Bacino dei Carpazi e nel 896 d.c. diedero vita al Gran Principato d’Ungheria (Magyar Nagyfejedelemség).

Nel Bacino dei Carpazi, i magiari non incontrarono alcuna resistenza.

Grazie alla loro abilitá di cavalieri e cacciatori, saccheggiarono tutto ció che potevano, accumularono ingenti ricchezze e ridussero i nemici in schiavitú.

Una preghiera molto diffusa all’epoca era “O Signore, salvaci dalle frecce degli Ungheresi”.

Il Regno d’Ungheria e la Nazione Ungherese

Quando le incursioni dei magiari incominciarono a registrare sonore sconfitte (955-970), questi dovettero scegliersi un alleato.

Bisanzio a Sud e ad Est oppure Il Sacro Romano Impero a Ovest?

Fu in questo contesto che nel 973 il principe Géza, succeduto ad Árpád, chiese al re del Sacro Romano Impero Ottone II di inviare missionari cattolici in Ungheria.

Géza ricevette il battesimo nella capitale Esztergom, cosí come suo figlio Vajk, che prese il nome cristiano di Stefano (István).

Succeduto al padre, Stefano chiese e ottenne dal papa Silvestro II la benedizione e la corona.

Pare che il papa ricevette allo stesso tempo tale richiesta sia dal principe Stefano che dalla Polonia. La leggenda continua affermando che fu l’Arcangelo Gabriele, apparso in sonno al papa, a convincere il pontefice di preferire il principe Stefano.

Nell’anno 1000 Stefano fu incoronato re d’Ungheria e nascevano cosí il Regno d’Ungheria e la Nazione Ungherese.

La storia raccontata nei monumenti di Budapest

All’epoca, la cittá piú importante era Ezstergom.

Tuttavia, era necessario questo capitolo Storia di Budapest – 3 – Il Regno d’Ungheria per spiegare uno dei monumenti piú importanti di Budapest: il Monumento del Millennio.

Il Monumento del Millennio, ossia il monumento commemorativo della nascita della Nazione Ungherese, é rappresentato dal complesso monumentale che si trova al centro di Piazza degli Eroi.

Qui troviamo una colonna alta 36 metri sulla cui cima svetta l’Arcangelo Gabriele.

Il messaggero di Dio tiene nella mano destra la Corona di Santo Stefano e in quella sinistra la Croce Apostolica, il simbolo del riconoscimento dato a Santo Stefano per i suoi sforzi di conversione degli ungheresi al cristianesimo.

Alla base della colonna, troviamo le statue di Árpád e degli altri sei capi delle tribú magiare che condussero il popolo magiaro nel Bacino dei Carpazi.

Di fronte al monumento, una lapide con dedica rende onore “Alla memoria degli eroi che diedero la vita per la libertà del loro popolo e della loro indipendenza nazionale”.

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Paola e Stefano

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