Adios Tenerife: vi spiego perché vado a vivere in Germania

Dopo la vicenda di Enzo, un pensionato che dopo avere trascorso ben otto anni di vita a Tenerife recentemente si è trasferito in Tunisia, vi raccontiamo la storia di Alessandro. Quest’ultimo è un cuoco romano 35enne, che di anni a Tenerife ne ha vissuti sei, prima di decidere di cambiare aria per trasferirsi in Germania. Pur trattandosi di due connazionali con situazioni personali profondamente diverse, che hanno deciso di lasciare Tenerife per trasferirsi in luoghi altrettanto diversi, alla base della decisione di entrambi ci sono motivazioni simili.


La decisione: “mi trasferisco in Germania”

Il dado è tratto. Da alcuni giorni ho comunicato ai miei coinquilini e al padrone di casa che alla fine del mese (Aprile 2023, ndr) libererò la mia stanza. Ho già acquistato il biglietto aereo e mi sto informando per spedire alcuni effetti personali che non posso mettere nelle valigie, e che mi raggiungeranno a Monaco di Baviera, dove ho deciso di trasferirmi. Dico “ho deciso”, anche se in realtà più che una decisione, sotto molteplici punti di vista, si è trattato di una scelta obbligata. Una decisione che, seppure dolorosa, forse avrei dovuto assumere da tempo.

Andarsene dopo 6 anni trascorsi a Tenerife

Mi sono trasferito a Tenerife nel Settembre 2017, e nonostante non parlassi una sola parola di spagnolo, dopo meno di un mese di permanenza sull’isola, avevo trovato lavoro in un ristorante di Playa de Las Americas. Per quanto riguarda l’alloggio, dopo tre settimane trascorse in un ostello, riuscii ad affittare un appartamentino di una cinquantina di metri quadrati a Cabo Blanco. Pagavo 450 euro di canone di affitto al mese, che con il mio stipendio di 1.500€ non duravo fatica ad affrontare.

Nel corso di questi quasi sei anni di vita a Tenerife ho cambiato quattro posti di lavoro (sempre in cucina) e ho soggiornato in addirittura cinque appartamenti diversi. Ho lavorato in locali situati a Las Americas ed in Costa Adeje, mentre ho vissuto a Cabo Blanco, Buzanada, Costa del Silencio e Adeje. Il lavoro nelle cucine è molto duro e stancante, il tempo libero è poco, ma a Tenerife è di qualità. Potersi rilassare in spiaggia durante tutto l’anno e le numerose possibilità di svago offerte dall’isola compensano i sacrifici. Inoltre qui ho conosciuto persone bellissime, ho maturato esperienze e ricordi che faranno parte sempre dei miei pensieri e dei miei ricordi per tutta la vita.

I motivi di questa decisione

Detto questo, vi starete chiedendo come mai ho deciso di andarmene. Ve lo spiego subito. Durante il periodo della pandemia sono rimasto senza lavoro per circa un anno, sopravvivendo grazie ai risparmi che avevo accumulato e agli aiuti del governo. Superato quel brutto periodo, nel 2022, il costo della vita ha iniziato ad aumentare in modo esorbitante. La benzina è passata in pochi anni da 0.90€ a 1,25€. Le bollette ed i beni di prima necessità sono aumentati sensibilmente, mentre gli affitti sono diventati esorbitanti.

Da spendere 450€ al mese per vivere in un appartamento come facevo nel 2017, dal giugno dell’anno scorso mi sono ritrovato a spendere la stessa cifra per avere una stanza in un appartamento condiviso con una coppia e un altro ragazzo. I miei coinquilini sono persone splendide, ma arrivato alla mia età è avvilente ritrovarsi nelle condizioni di dover condividere l’abitazione. Ma per affittare un appartamentino attualmente servono almeno 750€, che con le spese diventano 850€, più di metà stipendio. Considerando che molti lavoratori a Tenerife guadagnano meno di me (1000-1200€ al mese, ndr) non capisco come possano sopravvivere. Fatto sta che questa situazione mi ha stancato. E ho iniziato a guardarmi intorno.

Come ho trovato lavoro in Germania

Mi sono iscritto al gruppo “Italiani in Germania“, dove un collega mi ha segnalato che vengono pubblicati numerosi annunci di lavoro riguardanti il settore della ristorazione. Tra l’altro spesso viene proposta la formula “vitto e alloggio”, che alle Canarie non propone nessuno. Ed in effetti di proposte ce ne sono, anche se è necessario fare una selezione. Non mancano infatti coloro che cercano connazionali in difficoltà, pronti ad accettare di essere sfruttati all’inverosimile pur di lavorare. Un ristoratore italiano mi ha proposto di lavorare 13-14 ore al giorno percependo in pratica lo stipendio di chi ne lavora otto come se fosse la cosa più normale del mondo. In un altro caso invece è bastato chiedere se gli straordinari fossero retribuiti per non ricevere più alcuna risposta.

Dopo alcune settimane di paziente ricerca e qualche dozzina di CV inviati, alla fine ho trovato la proposta giusta. Dopo esserci confrontati circa le mie capacità ed esperienze professionali, le necessità del ristorante ed il modo di lavorare, ho preso l’aereo e sono andato a conoscere personalmente il datore ed il luogo di lavoro. C’è stata da subito un’ottima intesa, e dunque ci siamo messi d’accordo. A fine aprile mi recherò in Germania, e appena avrò fatto i documenti e sarà possibile formalizzare la mia assunzione inizierò a lavorare. La paga sarà di 14 euro lordi all’ora, due in più del salario minimo fissato dalla legge tedesca a 12 euro lordi all’ora. Ma avrò anche vitto e alloggio, e quest’ultimo a Monaco rappresenta un capitolo di spesa non indifferente. A Tenerife pochissimi lavoratori hanno questo benefit.

Una decisione triste ma necessaria

Lasciare l’isola suscita in me una certa malinconia, che contrasta con le emozioni positive legate all’inizio di una nuova sfida in una città grande e stimolante come Monaco di Baviera. Certamente a livello di clima non ci sono paragoni, ed il mare diventerà uno sbiadito ricordo, qualcosa che sarà possibile vedere solo durante le vacanze, visto che le spiagge più vicine – quelle del nord Italia – distano circz 500km. Ma allo stesso tempo forse avrò meno distrazioni e la possibilità di mettere qualcosa da parte.

Con prezzi degli alloggi alle stelle e stipendi piuttosto bassi, Tenerife va bene per chi investe, per i ricchi pensionati del nord Europa e per i nomadi digitali, ma per i lavoratori dipendenti sta diventando inospitale. Ormai lo stipendio medio di un lavoratore è appena sufficiente per pagare l’affitto. Siamo all’assurdo. Il governo non fa niente per risolvere questa situazione, della quale beneficiano in pochi sulla spalle della grande maggioranza della popolazione, compresi molti canari.

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Una risposta a “Adios Tenerife: vi spiego perché vado a vivere in Germania”

  1. Grazie per le utili informazioni soprattutto per coloro che si erano fatti un’idea di trasferirsi alle Canarie. Avevo sentito da più parti come la vita fosse diventata molto cara. Buona fortuna !!

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