Lascia Tenerife per trasferirsi a lavorare in Germania, ma finisce male

Torniamo a parlare con Alessandro, un cuoco romano di 35 anni, che dopo aver vissuto per sei anni a Tenerife, ha deciso ad aprile di quest’anno di cercare fortuna in Germania. Sono passati poco più di quattro mesi da quando abbiamo raccontato la sua storia. In quel periodo, era in procinto di lasciare l’isola per iniziare la nuova avventura, carico di progetti e speranze. Vediamo come stanno andando le cose e se è riuscito ad ambientarsi a Monaco di Baviera.

Per chi si fosse perso la prima intervista:

Adios Tenerife: vi spiego perché vado a vivere in Germania

Ciao Alessandro, innanzitutto grazie per la rinnovata disponibilità a raccontare la tua storia. Come stanno andando le cose in Germania? Sei riuscito ad ambientarti?

Caro Alessandro (no, non è un errore, ci chiamiamo entrambi così, ndr), in questi quattro mesi e mezzo mi è accaduto di tutto. Quando un mese fa mi hai chiesto come mi trovassi in Germania e mi hai proposto di fare una nuova intervista, ho voluto rimandare perché dovevo risolvere la situazione in cui mi trovavo, e anche perché non avrei potuto parlare liberamente. Ora che ho lasciato quel posto di lavoro, posso farlo.

Accidenti, hai già cambiato lavoro? Cosa è successo?

“Semplicemente gli accordi che avevamo preso sull’orario di lavoro e sullo stipendio non sono stati rispettati, e nemmeno di poco. Mi erano stati garantiti 14 euro all’ora lordi (lo stipendio orario minimo in Germania è di 12 euro all’ora, ndr) per lavorare 40-48 ore settimanali, ma una volta iniziato a lavorare, mi facevano fare 12-13 ore al giorno. Avevo deciso di trasferirmi basandomi sulle garanzie che mi erano state offerte, quindi non ti dico quanto sia arrabbiato!

“Quando sono arrivato a Monaco, il titolare mi ha accolto come se fossimo vecchi amici. Il giorno del mio arrivo è venuto a prendermi, mi ha condotto all’alloggio, una casa condivisa con altri lavoratori, e mi ha portato a cena al locale. Ha persino aperto una bottiglia di spumante per festeggiare il mio arrivo. Nei giorni successivi, mi ha accompagnato personalmente per tutte le pratiche relative alla residenza in Germania e all’assunzione. Poi ho iniziato a lavorare… e gli accordi che avevamo fatto sono andati a farsi benedire”

Ovvero?

“Il titolare mi chiese di lavorare un orario più esteso durante le prime settimane, in modo da imparare il modo di operare del locale, capire come è organizzata la cucina ed entrare in sintonia con i colleghi in vista del periodo estivo. Erano turni pesanti, ma doveva trattarsi di qualcosa di temporaneo. Soprattutto, davo per scontato che le ore extra mi sarebbero state remunerate. Tuttavia, questo non è avvenuto.”

“Dopo aver lavorato per tutto maggio, facendo turni di 12-13 ore al giorno, finalmente arrivò il giorno di paga. Ecco la sorpresa: la busta paga rifletteva solo 40 ore settimanali di lavoro. E non aveva previsto di darmi un extra. Quando chiesi spiegazioni al titolare, mi rispose che essendo appena entrato, dovevo fare il periodo di rodaggio, che la mia produttività era ridotta, e diede altre scuse, mantenendo comunque un tono accomodante e amichevole.”

“A essere stizziti e infastiditi furono invece i genitori del titolare, nonostante non avessi mai discusso la questione con loro. Per giorni assunsero un atteggiamento freddo, a tratti addirittura scontroso, come se chiedere spiegazioni ed il pagamento delle ore lavorate fosse una pretesa assurda. In ogni caso, ho dovuto sopportare la situazione e andare avanti, sperando che dopo il cosiddetto ‘periodo di rodaggio’ la situazione sarebbe migliorata.”

Fammi indovinare: non è migliorata, giusto?

“Ma che migliorata! A giugno, parte del personale doveva godere di un periodo di ferie, quindi, per supplire alla loro mancanza, era necessario continuare con l’orario esteso, ma “a fine mese facciamo i conti, tranquillo”, mi disse. Te la faccio breve: quando arrivò il giorno di paga, mi dettero 100 euro extra, fuori busta, per aver lavorato qualcosa come 100-110- ore di straordinario! Mi sentii preso in giro. E lì capii che gli accordi che avevamo preso e che mi avevano spinto a lasciare Tenerife per trasferirmi in Germania non sarebbero mai stati rispettati.”

“Un collega che, come me, ha lasciato il ristorante ad agosto, nel suo caso dopo avervi lavorato circa un anno, mi raccontò che gli orari di lavoro erano sempre stati gli stessi per tutti, e che gli straordinari non venivano mai pagati. Il titolare li prometteva per attirare lavoratori, ma poi non paga le ore extra, inventando mille scuse. Nel periodo in cui aveva lavorato lì, aveva visto un grande via vai di personale, soprattutto per quanto riguarda la sala. Spesso, i lavoratori venivano “pescati” dall’Italia con grandi promesse salariali che rimanevano sempre incompiute, di fronte a orari di lavoro estenuanti.”

E quindi cosa hai fatto?

“Ho iniziato a consultare gli annunci di lavoro, a cercare qualcos’altro, ma senza parlare il tedesco non è facile. Non ho trovato niente per il momento, ma ad agosto mi sono licenziato comunque. Insieme a un collega, anche lui italiano e anche lui stanco di lavorare gratis 4-5 ore al giorno, abbiamo affittato una stanza e ci siamo dimessi. Per evitare problemi prima di lasciare il lavoro abbiamo trovato un nuovo alloggio, anche perché ci siamo subito rivolti all’avvocato, siamo ancora in ballo. Evitiamo di scendere nei dettagli, ma se non otterremo il pagamento delle ore non pagate, andremo fino al Arbeitsgericht (il giudice del lavoro, ndr). Non ho lasciato le Canarie per farmi prendere per il naso. Che rabbia, guarda!”

Di la verità: ti sei pentito di avere lasciato Tenerife?

“Non ho problemi ad ammettere che sono dispiaciuto e in parte pentito di aver lasciato Tenerife. Mi manca l’isola, ma è giusto essere realisti, e alle attuali condizioni è impossibile viverci, soprattutto per un lavoratore dipendente. Gli affitti sono troppo cari rispetto agli stipendi. Qui in Germania, la formula del lavoro con vitto e alloggio compresi è piuttosto comune per i lavoratori del settore ristorazione. Ovviamente, bisogna evitare i locali che pretendono che i dipendenti lavorino gratis.”

“L’ideale sarebbe trovare un impiego che proponga di lavorare qualche ora in meno, ma soprattutto che paghi gli straordinari, eventualmente anche fuori busta. È ciò che sto cercando, e nel frattempo mi sono iscritto a un Integrationskurs, ovvero un corso di integrazione per stranieri, dove insegnano la lingua e spiegano come ambientarsi al meglio in Germania. Sto cercando di imparare il tedesco praticando molto, perché la lingua è indispensabile per vivere qui e apre molte porte”

Vuoi restare in Germania quindi?

“Sì, questo è il mio obiettivo. Già nei prossimi giorni devo affrontare dei colloqui di lavoro e sono fiducioso. Magari in futuro, se i prezzi degli affitti torneranno ragionevoli, potrei tornare alle Canarie, magari per aprire il mio locale. Chissà cosa mi riserva il futuro, non lo so nemmeno io. Ma in questa fase della mia vita ho l’intenzione di lavorare per accumulare qualche risparmio, quindi avere un alloggio incluso nel contratto di lavoro è sicuramente fondamentale.”

Come ti ci trovi in Germania?

“Fino a metà agosto ho trascorso le giornate a lavorare e ho avuto poche occasioni per esplorare, ma finora devo dire che mi trovo meglio di quanto pensassi. Non è affatto vero che la Germania è un luogo cupo; Monaco di Baviera è una città molto vivace e cosmopolita. Non è una città noiosa. Per certi aspetti è più costosa dell’Italia, ma per altri no. In ogni caso, fino ad oggi mi sto adattando bene, anche se mi manca enormemente il mare di Tenerife. Al di là di questo, mi mancano le persone, gli amici. Qui finora ho stretto pochi legami, e quelli che ho fatto sono stati con connazionali.”

“Il primo inverno tedesco non si dimentica mai”

“Alcuni amici mi hanno avvertito che vivere in Germania può diventare “pesante” nel medio-lungo periodo per noi italiani, e che non tutti riescono ad ambientarsi. Vedremo, finora non posso dire nulla perché sono qui da poco. Sono arrivato a fine aprile, proprio quando l’estate stava per iniziare. Molte persone dicono che il primo inverno tedesco non si dimentica mai, inverni che sembrano non finire mai agli occhi degli italiani. E immaginati per uno che arriva qui dalle Canarie!”

Fa già freddo?

“Per ora, le temperature sono ancora piuttosto gradevoli, anche se in calo. In questi giorni (10 settembre 2023), le temperature diurne si aggirano intorno ai 22-24 gradi, mentre di notte scendono a 12-15 gradi. Tuttavia, i cieli iniziano a diventare sempre più nuvolosi. Il sole inizia a farsi più debole e appare meno frequentemente. Già da ottobre, le temperature inizieranno a calare drasticamente, diventando rigide già da novembre. Dicembre, gennaio, febbraio e marzo a Monaco sono caratterizzati da temperature fredde, con un miglioramento graduale che inizia a metà aprile.”

Ti ringraziamo nuovamente per averci raccontato la tua storia, e ti facciamo i migliori auguri affinché tu possa trovare un datore di lavoro onesto e realizzare i tuoi obbiettivi!

Diario di Tenerife

Aggiornamento del 15/09/2023 

Alessandro ci comunica che ha trovato un nuovo impiego! Siamo felici per lui, e magari tra qualche mese torneremo ad intervistarlo! 😉 

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