15 lampioni per una strada-museo a Bruxelles

Più di qualcuno (mia madre, soprattutto…che –tra l’altro- mi legge anche) mi “rimprovera” il fatto che quando vado da qualche parte ne fotografo molti.
Tralasciamo il fatto che ritengo siano particolarmente fotogenici, anche se risulta praticamente impossibile farli sorridere: in questo caso non potevo esimermi!
Un intero post?…i detrattori e quanti mi prendono per il cu in giro per questa “mania” potrebbero mandarmi l’antidoping
!

LAMPIONE_Place Royale Lampione_centro Lampione_Sablon

Ci son capitata per caso, andando a visitare un appartamento per lavoro vicino alla Place Bockstael, a Laeken. E, non avendone mai sentito parlare, all’inizio pensavo fosse una delle solite belgate: «Ho finito l’assortimento, ed uso quel che mi capita sotto mano. Chissenefrega se non si tratta del semplice mescolare due tipi di pasta».
Invece no: osservando meglio, ho visto che c’era un criterio. Con tanto di spiegazioni.

Un criterio dove, come e perché ?

Oggi parlo di … LAMPIONI. In particolare, del Museo dedicato: il “Musée du Reverbère”.

Piccola premessa cultural-curiosa: Bruxelles, un tempo, era quasi la prima della classe.
Nel 1825 fu tra le prime città europee a dotarsi di lampioni a gas, con tanto di omino (più d’uno, si spera, altrimenti altro che la lentezza dei tempi di risposta di un customer service medio…) che passava a spegnerli la mattina presto e a riaccenderli  al crepuscolo.
Nel 1904 si sperimenta l’illuminazione elettrica nel Parc Royal, per poi, nel 1907, farne beneficiare anche i viali e le piazze pubbliche.

Passa poco meno di un secolo, si arriva ai giorni nostri… e c’è questa strada residenziale di Laeken che necessita di un restyling.
Facciate anni Venti, pure di pregio, in un insieme decisamente eclettico e rappresentativo di quella che è la classica via storica di Bruxelles, ovvero…un casino pazzesco! Magnifico nella sua disomogeneità, e non per niente tutelato dalla Commission Royale des Monuments et des Sites (la locale Soprintendenza dei Beni Culturali, senza Sgarbi e senza ciuffi), ma comunque un casino.
Le magnifiche facciate di cui sopra, in più, corrispondono –come spesso accade da queste parti- ad alloggi sociali ormai disabitati e lasciati all’abbandono, mentre dall’altro lato trovano sede quasi solo aziende, il che fa sì che –terminato l’orario d’ufficio-  il quartiere assomigli più al deserto di Gobi in versione fredda e buia che ad un posto dove alla gente piace passare.

Ci mancava, insomma, solo la piccola fiammiferaia, ma non ha il tempo di comparire:   il Foyer Laekenois prende in mano la situazione, ed inizia a ristrutturare le maisons, conservandone scrupolosamente le facciate ma reinventandone in toto la volumetria retrostante e la distribuzione degli spazi interni.

Con tutto questo, la  rue Emile Delva mica si può lasciare così…anche perché cos’è questa storia? Ristrutturiamo tutto, facendo di mezza strada un gioiellino, per poi lasciare che non se ne accorga nessuno perché c’è troppo buio?

In effetti non ha molto senso, e quindi il Foyer Laekenois indice una specie di  Concorso di Idee, formulando l’esplicita richiesta di prevedere un sistema di illuminazione efficace sui due fronti: quello di permettere una corretta fruizione della strada, e quello di valorizzare al massimo gli edifici appena riqualificati.

Sono gli artisti Nathalie Mertens e Christophe Terlinden che hanno il colpo di genio, e prevedono che tra il numero 75 ed il numero 97 della rue Delva vengano installati 15 lampioni, ognuno differente dall’altro, che oltre a formare un’opera d’arte costituiranno così il Museo dei Lampioni, inaugurato il 12 maggio 2004. Fiat Lux! In effetti, l’idea vincente si chiama proprio così.

lampione_foto Foyer Laekenois-prog_01

Tali lampioni percorrono –con una disposizione prospettica e cronologica– la storia dell’illuminazione pubblica, rappresentandone – con stili evidentemente differenti– le diverse epoche. A scanso di dubbi, ogni lampione presenta un piccolo pannello esplicativo: si passa, quindi, dal “Place Royale 1900 “ all’ “Alhambra” di Louvain-la-Neuve (1976), senza tralasciare la ” Boule “ di Berchem-Ste-Agathe, risalente agli anni Sessanta.

lampione_tipologie

Un sistema intelligente per riciclare pezzi storici che giacevano abbandonati in qualche oscuro magazzino comunale? Sinceramente, non ero sicura del fatto che gli elementi installati fossero originali e “d’epoca” o copie perfettamente riprodotte, ma nel sito della SLRB parlano di “esemplari accuratamente restaurati”, quindi ci fidiamo.

(credits: SLRB)
(credits: SLRB)

Leggi anche “10 opere d’arte moderna per le strade di Bruxelles

Fatto sta, però, che il Museo del Lampione è un’opera funzionale e funzionante, che –affiancando armoniosamente stili completamente differenti- richiama anche la varietà di edifici diversi che costeggiano qualsiasi strada di Bruxelles, e soprattutto l’eclettismo delle facciate che illuminano direttamente. Si tratta, inoltre, di un intervento “democratico”, in quanto fruibile da tutti, ventiquattr’ore su ventiquattro, e soprattutto dedicato ad una parte di utenti “svantaggiata”, appartenente alla classe medio-bassa della società.

lampione_foto-day

  • DOVE :Musée du Réverbère, Rue Emile Delva, 75-97 – 1020 Bruxelles (Laeken)
  • COME : gratis (siamo in strada)
  • QUANDO: 24/7, ma meglio al crepuscolo…chissà perché !?!
  • PERCHÈ : anche questa è storia, e non ci accorgiamo della loro importanza finché non si spengono. Il motto progettuale? “Un museo contro le tenebre dell’oblìo collettivo”.
lampione_foto Foyer Laekenois-night_02
(credits: SLRB)
lampione_foto Foyer Laekenois-night_01
(credits: SLRB)

Leggi anche “A Bruxelles se non si sta attenti rubano anche le mutande

 

...ancora un altro, in giro per Bruxelles, vah...
…ancora un altro, in giro per Bruxelles, vah…

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