Nudi alla meta: la Cyclonudista 2015 a Bruxelles

Chi era a Londra (sì, proprio Londra e non Bruxelles, ma non mi sono rinco******… suvvia!) il weekend scorso si è sicuramente divertito a Instagrammarli e a spararli su Facebook, forse in una personale reinterpretazione del concetto di Circo versione 2.0: i protagonisti della World Naked Bike Parade non sono certo passati inosservati.

Non si tratta, però, dell’ennesima stravaganza in chiave British.

A Bruxelles (sì, stavolta Bruxelles e non Londra, torno a bomba nel mio territorio) esiste da anni un’iniziativa simile.

Fate mente locale: all’Antitapas (…o al VertPop o fuori da qualche discoteca o nei bar del centro…) non l’avete mai incrociato un quarantenne nerdissimo con tanto di barba, occhiali di corno e cravatta…ma nient’altro?
Il tizio in questione non ha semplicemente caldo, né ci tiene particolarmente ad esibire i gioielli di famiglia senza motivo: diciamo che –naturista convinto, o, come ama definirsi “nudiano”, ovvero “nudista quotidiano”– ci si trova molto a proprio agio, e ne approfitta per sostenere una causa.

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Lui è Jérôme Jolibois, ecologista convinto e militante attivo, nonché uno dei fondatori e promotori di Cyclonudista, un evento annuale nato con lo scopo di denunciare il traffico automobilistico (problema molto sentito a Bruxelles), e chiedere una mobilità più sostenibile, al grido di “più benessere in strada”. Ovvero, più sicurezza, più controlli, più piste ciclabili (per un’equa ripartizione dello spazio tra ciclisti e automobilisti), trasporti pubblici gratuiti per tutti.
Del programma ovviamente parte anche la lotta contro l’inquinamento e il rumore: un ritorno a città più vivibili, un ritorno alla natura.

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(credits: web)

E più alla natura di così… pedaliamo come mamma c’ha fatti (o quasi), che ci piaccia o no!
Che se c’è sole ci si abbronza meglio, e se piove ci si bagna meno. Mica stupidi.

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Che i tizi in questione non abbiano mai provato a farsi prendere a sportellate dagli automobilisti in sosta, o a ritrovarsi spiaccicati contro il pannello pubblicitario che è l’unico segnale ad annunciare la fine di una pista ciclabile, in Italia, e non sappiano che qui nel pseudo Nord-Europa “gli va di lusso”…mi pare evidente.

La causa, però resta nobile. E la nudità, già intesa di per sé come un simbolo di libertà, viene utilizzata per mostrare la fragilità del ciclista in un contesto urbano dove è il traffico automobilistico a predominare.

Per chi volesse partecipare, appuntamento questo sabato 20 giugno 2015 in Square Fère Orban: la partenza di questa undicesima edizione è prevista alle 14.

Sperate (o temete) di vedere la blogger pedalare tette al vento? Naaaaaa…
semmai deciderà di partecipare, al limite lo farà in bikini (che il Villò “à poil” non ci sembra troppo igienico… e che il blog lo legge anche sua mamma!).
Il naturismo per una buona causa (buonissima, direi…oserei definirla “rigenerante”, ecco) lo fa solo alle terme…dove col costume non la farebbero entrare.

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