Rivodutri, le sorgenti di Santa Susanna, Apoleggia, il faggio secolare

Rivodutri è un piccolo comune della piana Reatina, a metà strada tra Terni e Rieti.

L’etimologia del nome deriverebbe dalla presenza di due ruscelli che solcano il colle sul quale poggia; il paese, con gli abitati di Apoleggia e Cocoione, è ai piedi di una ampia zona di pianura inserita nella Riserva Naturale dei Laghi Lungo e Ripasottile.

Arco Alchemico

arco alchemica

Il monumento più celebre è sicuramente l‘Arco Alchemico o Porta Alchemica.

Appartenuto fino al 1834 alla famiglia Nicolò, i rilievi dell’Arco possono aprire varie ipotesi sul possesso di requisiti e conoscenze alchemiche dei committenti dell’opera.

L’interpretazione rivela che la maggior parte dei simboli esprime il mistero della trasmutazione della psiche e dei rapporti tra corpo,anima e spirito nell’uomo.

Il viaggio che si compie parte dal Caos fino all’equilibrio tra ciò che prima era discorde: coscienza e inconscio, oscurità e conoscenza.

Il costruttore aveva abbandonato il forno, gli alambicchi e le sperimentazioni in laboratorio per arrivare alla formula magica dell’oro.

Si era assorto nella speculazione filosofica proiettando il segreto e il dramma della vita, umana e divina.

Sorgenti di Santa Susanna

Rivodutri fa parte del bacino idrografico più grande d’Europa: le acque sorgive scorrono per circa 7 Km dando origine al fiume, che si getta nel lago di Ripasottile, e al canale di Santa Susanna, che le collega al fiume Velino.

sorgenti Santa Susanna

Ogni anno si svolgono due manifestazioni molto seguite: la Sagra della Trota e il Presepe Subacqueo.

Si è cosi creato un paesaggio naturale composto da pioppi, salici, cannuccia palustre; si possono osservare alcuni uccelli come tuffetti, aironi cinerini o gallinelle d’acqua che in alcuni periodi dell’anno utilizzano l’area come sosta verso le migrazione.

santa susanna

Apoleggia, il faggio secolare e Cocoione

Apoleggia è la zona collinare di Rivodutri, e si raggiunge tramite una strada in salita che porta fino al Castello di Cocoione, oramai composto pressoché da ruderi.

Da Apoleggia si ammira un panorama sconfinato che si apre sulla valle santa Reatina

Apoleggia

Il faggio secolare, circa 200 anni e alto 8 metri, ha subito una rarissima mutazione che non lo estende verso l’alto ma lo fa attorcigliare su sè stesso.

La tradizione vuole che la pianta assunse questa conformazione per riparare San Francesco da un temporale che lo sorprese durante un solitario ritiro mistico: lo si trova in uno dei numerosi sentieri francescani che partono da queste zone.

faggio secolare

Un altro aneddoto locale racconta che per spostarsi Francesco usava un asino, fatto ferrare da un maniscalco e ripagò l’artigiano con mille ringraziamenti.

Quando l’artigiano si rese conto di non aver ricevuto denari, rincorse Francesco e lo raggiunse nei pressi del faggio, chiedendo o il denaro o la restituzione dei ferri.

Francesco allora chiese all’animale di restituire i ferri, cosa che l’asino miracolosamente fece.

Ancor oggi è visibile l’orma del piede del Santo impressa al suolo al momento della discesa dall’asino.

abbeveratoio

Oltre Apoleggia,si arriva sull’altopiano di Cocoione.

Il Castello di Cocoione era amministrato dalla famiglia Valderetti, notabili del posto: ora non rimane che un cumulo di rovine.

La zona è silenziosa e abitata unicamente da mucche e cavalli, che non perdono occasione per dissetarsi all’abbeveratoio.

 

Pubblicato da Riccardo Proietti

Laurea in Relazioni Internazionali, passione per la geografia e la comunicazione online. Scrive dei suoi viaggi sperando di invogliare i lettori a provare stili di vita alternativi improntati alla sobrietà. Reporter, calciatore e amante corrisposto dell'Arte.