L’Heysel, lo stadio della discordia | Vivere Bruxelles

 

King Baldouin Stadion
Stadio Re Baldovino – By en:User:Ifoundanickel, Ssolbergj, via Wikimedia Commons
*Scritto da Mattia Braida
In questo blog scriviamo raramente, o quasi mai, di sport. Oggi, però, voglio parlarvi di una controversia che ha creato un certo dibattito in Belgio, intorno alle solite divisioni campanilistiche tra fiamminghi e valloni, alla diffidenza verso Bruxelles capitale, e all’importanza dello sport anche qui, in questo piccolo paese.
Per quanto ci riguarda, da expat, la controversia non é poi così interessante, infatti discute del futuro dello stadio nazionale “Re Baldovino”. La Città di Bruxelles ha deciso di ricostruire lo stadio per gli Europei 2020 di calcio, creando un complesso che sia in linea con i nuovi dettami del UEFA  in termini di sicurezza e dimensioni, spostando l’attuale collocazione – di fianco all’Atomium, per intenderci – in uno dei parcheggi vicini, consentendo così di riconvertire la zona in uno spazio commerciale e urbanistico nuovo.

Il dibattito interessa proprio il luogo scelto per il nuovo stadio. Infatti, la zona designata per l’edificio non si trova più nel territorio di Bruxelles capitale, ma già nel comune di Grimbergen, quindi nelle Fiandre. Insomma, tralasciando i fattori economici – che come in molti casi simili sottostanno a bilanci e pianificazioni alquanto fumose -, ancora una volta il fattore etnico e linguistico ha fatto insorgere fiamminghi e valloni. Da una parte i valloni protestano perché nel futuro stadio é stato chiesto di giocare all’Anderlecht, che ha una tradizione legata al mondo di lingua francese che fa storcere il naso a chi non vuole vederla giocare  territorio fiammingo. Dall’altra, a chi (come l’N-VA, il partito nazionalista fiammingo) ha già chiesto che nello stadio sia imposto anche il fiammingo come lingua. Insomma, una patata bollente che le autorità belghe hanno risolto un po’ all’italiana, decidendo e andando avanti sulla strada dei numerosi milioni messi sul piatto dai vari appetiti privati, infischiandosene dell’opinione pubblica. Anche perché, fa notare la stampa belga, abbattere lo stadio esistente e costruirne uno nuovo costerà molto di più che restaurare il “Re Baldovino”. Poi, il costo per costruire un impianto che possa anche ospitare il classico meeting di atletica “Van Damme”, uno dei più importanti d’Europa, ha fatto lievitare i preventivi a livelli da fare sorprendere anche i non addetti ai lavori.
Per noi italiani, c’é però un motivo per interessarci alla vicenda e portarla alla vostra attenzione. Lo stadio in questione, infatti, é il tristemente famoso stadio dell’Heysel, dove come molti di voi sapranno, si consumò una delle peggiori tragedie calcistiche dell’era moderna. Prima della finale di Coppa dei Campioni del 1985 fra Juventus e Liverpool, l’aggressione criminale e premeditata di hooligans del Liverpool nei confronti di altri tifosi intermi e terrorizzatii, favorita dalla totale impreparazione delle forze dell’ordine, causò un fuggi fuggi generale che bloccò e schiacciò all’interno di uno dei settori dello stadio numerose persone che non c’entravano nulla con gli scontri, tifosi, famiglie e bambini. Il crollo di un muro e il caos che ne seguì, poi, proprio in quel settore causarono la morte di 39 persone, molte delle quali rimasero schiacciate dalla calca, e più di 600 feriti. Di quei morti, 32 furono italiani. L’episodio rimane una ferita bruciante nella storia del calcio, un evento che fortunatamente ha portato ad un’evoluzione nella sicurezza dei luoghi pubblici, purtroppo sulla pelle di persone che quella mancanza l’hanno pagata con la vita.
Elio Di Rupo, Primo Ministro belga dalle origini italiane, ha garantito che la targa a memoria della tragedia presente nell’attuale stadio verrà spostata con lo stadio stesso, e che il luogo per rispettare la memoria di quei morti e il monito che quell’assurda disgrazia verrà mantenuto. Leggendo i commenti dei giornali belgi, per i quali l’evento é bello che dimenticato, invece, credo che possa finire altrimenti, nel caos di chi dà e riceve in questa storia.
Insomma, mi auguro che la memoria, parte integrante di quello che siamo oggi, di un evento tanto tragico come la morte di 39 persone per una semplice partita di calcio, venga mantenuta. Soprattutto per noi italiani, per cui il calcio é uno sport tanto popolare. Anche ieri, scontri negli stadi, cori razzisti e battaglie sugli spalti hanno fatto dimenticare il senso stesso dello sport, quello del divertimento, della spensieratezza e della passione.
Forse dovremmo ricordarci più spesso dell’Heysel.

2 Risposte a “L’Heysel, lo stadio della discordia | Vivere Bruxelles”

  1. Gentile Signor Braida,
    la prego di documentarsi molto più approfonditamente sulla tragedia dell’Heysel, perchè gli scontri a cui fa riferimento nel suo articolo, fra “tifosi esagitati”, non sono mai avvenuti. Il settore Z era un settore destinato a tifosi neutrali belgi, rivenduto a clubs della Juventus e famiglie italiane dal bagarinaggio di privati e dalle agenzie turistiche nazionali. Ci furono cariche comandate da un ex ufficiale di parà Inglesi su spettatori inermi, anziani, donne e bambini e nessuna colluttazione di “ultras”. Ci fosse stata conteremmo qualche ferito. La tifoseria organizzata bianconera purtroppo, era nella curva opposta… Sarei lieto visitasse il mio sito museo per affinare la sua conoscenza molto approssimativa sull’argomento.
    La ringrazio.
    Domenico Laudadio

  2. Gentile Signor Braida,
    la prego di documentarsi molto più approfonditamente sulla tragedia dell’Heysel, perché gli scontri a cui fa riferimento nel suo articolo, fra “tifosi esagitati”, non sono mai avvenuti. Il settore Z era un settore destinato a tifosi neutrali belgi, rivenduto a club della Juventus e famiglie italiane dal bagarinaggio di privati e dalle agenzie turistiche nazionali. Ci furono cariche barbariche comandate da un ex ufficiale dei parà inglesi nella guerra delle Falkland su spettatori inermi, anziani, donne e bambini e nessuna colluttazione fra “ultras”. Magari, ci fosse stata, conteremmo qualche decina di feriti. La tifoseria organizzata bianconera purtroppo, era nella curva opposta… Sarei lieto visitasse il mio sito museo per affinare la sua conoscenza definirei molto approssimativa sull’argomento.
    A volte si rischia di offendere quei caduti e le loro famiglie.
    La ringrazio dell’attenzione.
    Domenico Laudadio

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