Sotto Bruxelles

Vi raccontavo dei sotterranei di Bruxelles, con stazioni metro fantasma e rami incompiuti che mamma Stib non pubblicizza ovviamente granché.

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Le sorprese che si trovano sotto Bruxelles, però, non si fermano certo qui.

Un tema caro da queste parti è, per esempio, quello dei rifugi antiguerra e delle “vie di fuga”.

La Grand Place, per esempio, può vantare il suo bravo tunnel, che collegava la Maison du Roi all’Hôtel de Ville (allora sede anche della Polizia). Tanto segreto non è certamente mai rimasto, visto che quando nevica i tubi del riscaldamento che ci passano attraverso ne tracciano visibilmente il percorso sciogliendo la neve.

Anche la famiglia reale ha il suo bunker di 400 metri quadrati, che si trova  proprio sotto il Parc Royal, a dodici metri di profondità. Costruito negli anni Trenta con  l’intenzione di farne sia una base strategica segreta e d’emergenza, sia evidentemente un rifugio, in realtà con l’invasione tedesca del Belgio finì quasi subito nelle mani della Gestapo, che ne fece un centro per gli interrogatori. Con la guerra fredda si ricominciò a tenerlo in considerazione nei piani d’evacuazione (alcuni di essi lo consideravano addirittura il punto di partenza per la fuga verso il Congo Belga…), poi però con la costruzione della metropolitana il tunnel che lo collegava con la Camera ed il Senato dovette essere in parte murato, e il rifugio fu lasciato all’abbandono. Pare sia comunque un bunker eccezionale, un “gioiellino per l’epoca”, a detta degli specialisti.

Il bunker reale (credits: web)
L’interno del bunker reale (credits: web)

Esiste un progetto per trasformarlo in un luogo di informazione e sensibilizzazione su attacchi terroristici,  guerra biologica, armi nucleari, guerre chimiche e amenità simili. Il promotore, un privato, cerca fondi per realizzare il tutto, qualora nel conto in banca vi avanzasse qualcosina.

Attualmente non accessibile, per quanto perfettamente conservato, è invece il rifugio antiaereo che si trova sotto la Place du Jeu de Balle, nei Marolles. Costruito all’inizio della Seconda Guerra Mondiale, per consentire ai Marolliens di sfuggire alle bombe tedesche, poteva ospitare sino a 300 persone, in uno spazio di 5 metri per 35, verso la Rue de l’Hettolitre. Era stato riscoperto nel 1995, dopo che un assessore per i lavori pubblici aveva voluto fare luce sull’esistenza o meno di quello che da molti abitanti del quartiere era considerata ormai una leggenda…forse per memoria storica, forse per essere sicuro che –dovendo avviare nel 1997 i lavori di risistemazione della piazza- nessuno rischiasse di finire “al piano di sotto”.

Il rifugio antiaereo di Jeu de Balle (credits: web)

Lo si trovò in ottime condizioni, asciutto, se pure poco aerato. Venne poi riaperto nel 2008 dopo anni di oblio: richiuso momentanemente con lastre di pietra e tombini, potrebbe ora diventare un museo.

Sotto la  Galerie de la Reine, in centro storico,  esistono dei magnifici sotterranei, che si estendono in corrispondenza dello spazio tra Neuhaus e la sala del Vaudeville, ed ospitano uno spazio espositivo denominato Bruxelles En Scène, dove si può gustare un assaggio delle leggende di Bruxelles, in quattordici scene che si occupano di cultura, gastronomia, paesaggi, l’architettura, Europa, multiculturalità ecc ecc . Vi si accede passando dalla Confiserie al 17, Galerie de la Reine.

 

Passeggiando nel Coudenberg (credits: web)

Facendo invece un salto indietro di svariati secoli, eccoci all’antico Palais du Coudenberg, sotto la Place Royale…un quartiere intero! Vi si trovano le vestigia del palazzo di Carlo V, che nel Medioevo dominava la città. Sviluppatosi intorno al XII secolo, venne gravemente danneggiato nel 1731 durante un incendio. Quarant’anni più tardi, si decise di raderlo definitivamente al suolo e livellare il tutto, per fare spazio al nuovo livello del quartiere della place Royale. Visitando l’attuale sito archeologico del Coudenberg si possono scoprire e percorrere  la rue Isabelle e gli edifici principali in più stratificazioni dell’antico palazzo, che attualmente funzionano da fondamenta al nuovo Palais Royal, oltre che l’hotel di Hoogstraeten, dove sono esposte le più belle scoperte archeologiche effettuate durante le diverse campagne di scavi condotte sul sito, durate oltre quindici anni.

Se passate vicino alla Place Saint-Jean, addentrandovi in Rue des Alexiens, potete scoprire un locale del tutto particolare. Siete davanti all’ingresso gotico de La Porte Noire. Tappatevi il naso (l’odore di muffa al primo impatto è molto forte), e scendete di un piano. Nel XVI secolo lo spazio voltato attualmente occupato da questo pub era la cucina di un convento: si possono ancora vedere un pozzo e i resti della ghiacciaia  che serviva alle suore per cucinare e conservare il cibo. Abbandonati per molti anni, gli scantinati vennero ristrutturati nel 1995, ed ora fanno da sfondo in chiave celtica a bevute di birra e whisky e a concerti jazz-rock.

Durante il Medioevo Bruxelles assomigliava molto a Bruges e ad Amsterdam: la Senne la attraversava –con più rami- da Nord a SudUn’opera prevista e completata alla fine del 1800 fu quella del tombinamento del fiume, a quanto pare ormai irremediabilmente insalubre. All’inizio, tra il 1867 ed il 1871, venne chiusa la parte che passava sotto il centro di Bruxelles, realizzando un doppio tunnel largo 6 metri e costruendoci sopra i boulevards Lemonnier, Anspach, e Adolphe Max, questo dopo aver allegramente espropriato 1100 abitazioni. Poi però –siamo in una nazione di ripensanti– serviva spazio per il pre-metro, per cui il letto sotterraneo del fiume venne deviato, ed oggi  bypassa Bruxelles nel confine orientale del centro storico, nascondendosi sottoterra in corrispondenza della cosiddetta Petite Ceinture, ed esce nuovamente in superficie solo tra Haren e Vilvoorde.

La Senne sotterranea (credits: web)

Alle due estremità del primo percorso ci sono i due collettori, e dalle parti di Porte d’Anderlecht esiste il Musée des Egouts

Già vi parlavo del Marché de l’Abattoir, luogo dal fascino indiscutibile.

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Ma sotto c’è un altro posto, peraltro conosciuto ed altrettanto affascinante: le Caves de Cureghem. Inaugurate nel 1892 da Leopoldo II, erano e sono tutt’ora uno dei sotterranei più ampi di Bruxelles. Non erano nate come fini a sé stesse: essendoci un terreno particolarmente paludoso, si era reso necessario scaricare il peso della struttura metallica soprastante ripartendolo mediante le volte a botte e a crociera che le caratterizzano. Trascurate per molti anni, si tentò di recuperarle una prima volta negli anni ’30, coltivandoci… funghi. Dopo la guerra però l’attività andò in declino, in quanto poco redditizia. Essendoci molto freddo (chi ce l’aveva mai visto, il sole, là sotto?) vennero utilizzate poi come deposito-ghiacciaia. L’invenzione del frigorifero ci fregò non poco, condannando le Caves alla decadenza  sino agli anni Novanta, quando vennero recuperate da promotori privati, che le restaurarono completamente per farne una spettacolare sede di mostre ed eventi.

credits: web

Ben più triste è invece la storia delle cantine al 453, al 347 ed al 510 dell’Avenue Louise, recentemente incluse – dopo due anni di dibattiti- nel patrimonio storico della Capitale. Questo perché durante la Seconda Guerra Mondiale vennero requisite dalla Gestapo, e utilizzate come luoghi di prigionia e di tortura di prigionieri ebrei (tra i quali l’attrice belga Suzy Falk) ed oppositori del regime. I muri di questi sotterranei sono ancora marchiati da graffiti, disegni a matita, incisioni di fortuna realizzate addirittura con le unghie, che hanno resistito sino ad ora nonostante dopo il 1945 gli edifici siano tornati alla loro destinazione originaria di residenza ed uffici.

Un’ipotesi che invece sconfina decisamente nel paranormale è quella che vede i sotterranei dell’ULB (Université Libre de Bruxelles) come Luogo di Passaggio verso l’altra dimensione dell’omologa Facoltà di Scienze della città oscura di… Brüsel. Un esperto di Oscurologia, il Prof. Quentin Gausset, insiste : « Se si visita il campus de la Plaine, cercate di esplorare i sotterranei che collegano i vari edifici. Non scendeteci con  gli ascensori normali: casualmente, pare non ci vadano! Tutto per scoraggiare i curiosi… Prendete le scale, se trovate la porta aperta, o insistete con un montacarichi. Dopo una discesa che sembrerà interminabile, arriverete in un enorme sotterraneo che collega tutti gli edifici del campus. Ma proprio tutto: in barba alla frontiera linguistica, anche quello francofono e neerlandofono ne sono uniti…Sono sicuro che questo non sia quindi l’unico confine abbattuto, ma che vi esista un passaggio alle Città Oscure,  e più precisamente alla città parallela Brusel ed alla sua università. Ne sono sicuro: da qualche parte dietro quegli angoli bui, negli accessi a corridoi che portano da nessuna parte, dietro questi enormi tubi dell’aria, si nasconde un passaggio. Mentre si cammina per i corridoi, troverete anche tutti i tipi di computer declassati, vecchi macchinari, rottami vari . Chi vi dice che in mezzo non vi siano anche delle macchine per vedere Quarxs ?».

Come diceva Mulder: “Voglio Crederci”.

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