Leopoli città di confine appena oltrepassata l’Ucraina.

Mi sono sempre chiesto quale sarebbe stata la prima Nazione extra UE che avrei visitato. Il caso ha voluto che il primo confine varcato è stato quello tra Polonia ed Ucraina, per finire precisamente a Lwiw (Leopoli), terza città.

A Lwiw la storia è di casa: passata sotto gli Asburgo e l’Impero Austro-Ungarico, finita la prima guerra Mondiale passò sotto la Polonia.

La città fu preferita a Cracovia (per motivi di budget) come luogo di ripresa per alcune scene del famoso film Schlinder’s List.

Centro

Il Rynok è il pezzo forte (il Mercato), con ai quattro lati cardinali altrettante fontane con la rappresentazione di Nettuno, Diana, Anfitrite e Adonice. Ora ci sono i numeri civici nella piazza, ma nel passato le abitazioni venivano indicate col nome del proprietario!

La prima cosa da fare a Lwiw è approfittare del bel tempo e vedere la Torre del Municipio (Ratusz): in cima si gode un panorama stupendo. Per arrivarci è necessario fiato e tempra, perchè sono 6 piani di scale più la scala a chiocciola.

Ho la sensazione di trovarmi in una ‘Polonia misteriosa’, cosi elegante con i suoi cafès, le chiese imponenti e le strade dai nomi in cirillico: il luogo ha un qualcosa di familiare ma anche di indecifrabile. Sarà che il liquore alla ciliegia (Wisnieska) così particolare non l’ho assaggiato da altre parti!

Virmenska

Altra perla da non perdere è Virmenska street, l’inizio del quartiere armeno. Un piccolo pezzo dell’ex Repubblica Sovietica trapiantato sulle rive della Poltva.

A Virmenska non potete perdervi la famosa chiesa Armena: siamo stati indottrinati ai santi misteri da un colto professore Armeno di nome Max.

Il Bramby ha dato sfoggio della sua erudizione citando L’Ultima Cena di Leonardo da Vinci dove compaiono 27 mani invece che 26… per una dettagliata descrizione del presunto mistero vi rimando a http://albertocottignoli.over-blog.it/article-il-cenacolo-di-leonardo-66094465.html.

Costruita nel 1363, bellissima atmosfera a base di incenso e icone sacre disposte lungo i 2 fianchi della navata centrale: molti affreschi sembrano vivi da quanto sono realistici. Mi ha sorpreso l’atmosfera di sospeso raccoglimento.

Usciti dalla Chiesa, e gustato un sontuoso pranzo a una cifra patetica, abbiamo l’idea di dirigerci fuori dal centro per ammirare lo Zamok,ovvero il Castello.

Un’ora di passeggiata per scoprire che del Castello sono rimaste le rovine e nulla piu’.

Anche la vista da questo spiazzo sopraelevato comunque non è affatto male e ci riconcilia con la fatica dell’ascensione.

Il Teatro

Il Teatro del Balletto e dell’Opera ci appare nella sua maestosità quando ritorniamo nei pressi del Rynok.

Peccato che dentro sia chiuso perchè a breve inizierà uno spettacolo di danza, l’autore è l’architetto locale Gorgolevskj e viene considerato come uno dei più belli d’Europa.

Rivestito di pietra rustica, a sinistra e destra della loggia si trovano delle figure allegoriche.

Popel e Baronch, ovvero la personificazione della Tragedia e della Commedia.

Sulla cornice principale della facciata si trovano invece 10 figure, 9 delle Muse e 1 di Apollonio.

Il rammarico per non averlo visto all’interno può essere espresso dalla magnificenza della Sala degli Specchi.

In definitiva, Leopoli è una città che merita di essere visitata in un weekend veloce da Venerdì a Domenica.

Vi colpirà la sua vita, anche quella notturna, e tornerete con un’idea meno vaga dell’Ucraina,e col desiderio di tornare, magari a Kiev o a Odessa.

 

 

 

Pubblicato da Riccardo Proietti

Laurea in Relazioni Internazionali, passione per la geografia e la comunicazione online. Scrive dei suoi viaggi sperando di invogliare i lettori a provare stili di vita alternativi improntati alla sobrietà. Reporter, calciatore e amante corrisposto dell'Arte.