Le Roste di Montieri: Quando la natura trasforma una discarica in arte

 

“Aspetta, faccio una foto e la metto su instagram: Hashtag… Grr… Lunedì!”
Seth MacFarlane – Ted

Le Roste di Montieri, sono indiscutibilmente uno dei paesaggi toscani più fotografati di sempre. Video, reel e foto per questo luogo incredibile, soprannominato la Monument Valley Toscana.
Il successo di questo luogo è abbastanza facile da capire. Arrivarci è quanto mai semplice. Si parcheggia comodamente la macchina proprio davanti all’entrata del sentiero, che effettivamente si vede poco, ma niente che voi miei cari e appassionati lettori non siate in grado di trovare al primo colpo! Da qui, si scende lungo un sentierino rosso. Cinque passi e si arriva al fiume, facilmente guadabile, grazie anche a un pancale appoggiato per l’occasione a mo’ di ponte. Tranquilli, il luogo è talmente famoso che ci sarà anche quando ci andrete voi anche se leggerete questo articolo tra molto tempo, magari non sarà il solito pancale, ma qualche cosa ci troverete sicuramente.
Superata la strada, l’ingresso nascosto, cinque passi nel bosco, un ruscellino da guadare, siete già arrivati.

Lo so che ve lo state chiedendo: ma se è così facile arrivarci e il luogo è così famoso, che cosa ci fa sulla Guida Intergalattica? Giusto per amplificare il vostro stordimento vi dirò che l’itinerario è pure piccolo. Le roste, entrambe, già perché anche se nessuno si avventura sono due, distano pochi metri l’una dall’altra. Insomma, a meno che non decidiate di farvi tutto l’itinerario che dalle Roste arriva a Montieri e ritorno, in meno di mezz’ora il luogo lo visitate.
Quindi perché ve le racconto?

Intanto perché sono davvero incredibili! Sono uno spettacolo che merita di essere visto.

Poi perché tutta quella zona mineraria ha vinto la mia attenzione.E’ carica di storia, storie e avventure e quindi chissà che questo non sia solo il primo di una serie di articoli…

Il vero motivo però è un altro.

Prima di avventurarci alle Roste, ho cercato di informarmi un po’ su cosa fossero. Ho letto molti commenti, fino a che non mi sono imbattuta in una serie di opinioni che ho trovato particolarmente interessanti. Gli appunti erano stati scritti probabilmente da alcuni autoctoni, che si lamentavano del “usa e getta” che il mondo stava facendo del luogo. Tra le lamentele c’era il fatto che tutta la parte delle miniere era lasciata a se stessa e non curata, per quanto fosse storicamente importante.

“I soliti criticoni!” ho pensato, fino a che non siamo arrivati alle roste.

Il nostro arrivo alle Roste è stato tranquillo. Troviamo subito il parcheggio nello spiazzo proprio davanti al sentiero. Tra il parcheggio e la discesa dalla macchina, una moto  parcheggia accanto al furgone e scendono due simpatici ragazzi. Ci precedono. Il tempo di metterci in marcia e un altro motociclista si ferma e in pochi attimi anche questo motociclista è con noi sul sentiero.

Tutti armati di macchina fotografica, ci fermiamo nella Monument Valley toscana. I motociclisti scattano una decina di foto e in men che non si dica sono di nuovo in sella alla loro moto.

Questa scena si è ripetuta più o meno nello stesso modo altre sei o sette volte, nel breve tempo che siamo rimasti alla prima concrezione.

C’è un punto che è particolarmente bello e adatto alle foto, impossibile immaginare di essere davvero in toscana.

Ed eccoli lì, esattamente come nei commenti degli autoctoni,  le nuove foto del profilo instagram pronte all’uso e a stupire!

Mentre il mondo dei social e la natura si stava fondendo in un grottesco dipinto rosso, Furia Buia e Tempesta si stavano divertendo un mondo. Il fiume a pochi passi e delle montagne piacevolmente sdruccilevoli per giocare.

Una pacchia!

Dopo aver giocato anche noi un pochino con le roste e aver scattato una serie di foto, tra cui la tanto agognata foto, che non vi metterò in galleria, per rispetto alla vostra fame di avventura, decidiamo di andare a vedere il secondo sito.

Una rete verde, abbastanza nuova, costeggia il sentiero sulla sx e pochi metri dopo, forse tre minuti a passo lento, ma non ne sono davvero sicura, e arriviamo alla Roste di Boccheggiano.
Sicuramente meno appariscente, decisamente più pericolosa e meno fotografabile a causa di una brutta rete di plastica arancione che delimita un salto pericoloso, ma decisamente affascinante.
Il fiume, di un rosso sangue, che ricorda molto il fiume sotto sant’Anna di Stazzema, porta proprio sotto il pericoloso salto e ne scava una parte, passando senza pietà sotto la roccia friabile.

Girottoliamo un po’. Da qua il rumore delle macchine è assente e anche le voci delle persone che vengono per il mordi e fuggi delle roste, sembra essere molto lontano.

Ci incamminiamo lungo un sentiero largo e ben tenuto, a destra e a sinistra vi sono delle recenzioni con dei cartelli che ci indicano che non si può entrare perché è pericoloso. Il sentiero prosegue e lentamente, con una leggerissima salita, si inerpica fino al paesino di Montieri. Una passeggiata davvero molto bella e piacevole, che vi consigliamo. Vi metto uno degli itinerari ben fatti che abbiamo seguito e che porta oltre che alle roste a visitare Montieri. Un anello di circa 16Km, che può facilmente essere accorciato ( QUI ).

Rientrando indietro per tornare alla macchina e ripercorrendo il tratto di sentiero delimitato dalla rete verde, vediamo che in un punto la rete è stata distrutta da una pianta caduta che ha creato uno squarcio profondo.

La curiosità ha la meglio e ci affacciamo. Un filo spinato ci ricorda che non è consigliabile andare oltre.

Ma come si fa a non affacciarsi e a non rimanere a bocca aperta per il pezzo di ponte, che sembra costruito dai nani del Signore degli Anelli?!?

Il fiume molto in basso, in un salto di forse 4/5 metri, passa silenzioso sotto l’antica opera muraria.

Strizziamo gli occhi ed ecco che i segni del passaggio dell’uomo si cominciano a vedere. Pezzi di ruderi, muri, strutture nascoste e mangiate dalla vegetazione.

Le parole dei commentatori locali iniziano a prendere un senso profondo.

La storia nascosta in quel piccolo pezzo di mondo è molto di più di un semplice selfie nella monumental valley! Una storia raccontata solo da un cartello sbiadito e interdetta al mondo.
E’ bastato affacciarsi a quello strapiombo, mentre il filo spinato mi sfiora cattivo le caviglie, per sentire il mio personale quinto senso e mezzo, quello delle storie nascoste, pizzicare all’impazzata. Non solo la storia, ma anche la fantasia , in un turbinio di domande e di immagini, parte veloce all’arrembaggio ella realtà. Accanto alla curiosità di scoprire la storia di quel luogo, nella mia mente si susseguono immagini di nani indaffarati, di rumori di picconi, di storie da raccontare.

Per questo vi racconto questo luogo, perché merita davvero tanto, ma non fermatevi solo all’inizio, curiosate in giro, andate fino all’altra concrezione, scrutate le storie nascoste tra le maglie della rete verde!

Vi racconto questo luogo perché spero così di dargli vita, dare vita a quella parte dimenticata a favore di un selfie e chissà, magari un giorno, il comune di Montieri deciderà di rivalutare tutta la zona e di rendere, anche la parte delle miniere più visitabile.

Vi racconto questo luogo, perché, anche senza andare a scavare troppo in profondità, dimostra una cosa incredibile, ma per capirla, prima vi devo dire cosa sono effettivamente le Roste

Cosa sono le Roste

Lo so che non vi farà piacere saperlo, ma di fatto le Roste, altro non sono che una discarica.

Questo particolare rende necessario raccontarvi questo luogo. Questa è la discarica più bella che abbia mai visto. La dimostrazione che la natura si riprende i suoi spazi, che li cambia, li ristruttura, li fa tornare sui.

Questo deposito di terre rossastre è il risultato degli scarti della lavorazione dei minerali di rame estratti dalla Miniera Merse, situata a circa 2 km di distanza. Principalmente sono composte di calcopirite, un minerale che veniva trasportato qui tramite una ferrovia decauville e come si dice in gergo :arrostito all’aperto. Successivamente, l’acqua utilizzata per la lisciviazione si arricchiva di solfuri di ferro e rame, dai quali si estraeva il metallo utile in forni speciali.

Questo processo, noto come Metodo Conedera, dal nome del suo inventore, era stato sviluppato per estrarre rame da calcopiriti con basso contenuto di metallo utile (dal 3 al 6%).

La Miniera Merse, dopo un periodo di grande attività alla fine del XIX secolo, fu chiusa nel 1914 a causa dell’esaurimento dei filoni.
L’abbandono della miniera coincise con l’abbandono degli scarti che proprio a causa dei processi di lavorazione che avevano subito si cementarono. Ci sono voluti vari decenni di erosione da parte delle acque meteoriche per creare queste creste e questi pinnacoli, dei veri e propri calanchi, completamente privi di vegetazione, che ricordano molto un paesaggio marziano.

 

Come si arriva alle Roste

Sono a pochi chilometri da Montieri, vi metto il collegamento con il sito di promozione turistica della zona così vi divertite un po’.

Lì trovate tutte le indicazioni, ma nel caso non vi bastasse, vi metto anche due itinerari wikilock entrambi interessanti. Il primo è solo delle Roste di Montieri, metre il secondo sono quasi sette ore di scarpinata che vi assicuro meritano tutte.

Insomma, spero che abbiate capito perché meritava scrivere queste parole per raccotarvi le Roste di Montieri e Boccheggiano e vi assicuro che un giro lo meritano tutto. In realtà tutta la zona merita un’esplorazione più accurata, chissà, magari questa escurzione è stata l’inizio della scoperta di una serie di nuove avventure!
Una cosa importante che noi abbiamo apprezzato è che si c’è un po’ di via vai di curiosi, ma anche in una domenica d’estate, proprio per il fatto che in pochi si fermano più del tempo di una fotografia, non c’è mai un affollamento di pubblico. In qualsiasi giorno decidiate di andare, avrete il vostro tempo e spazio per visitare e apprezzare il luogo.

Consiglio dell’esploratore

Osserva con curiosità, ma anche con cautela, perché spesso dove arriva l’occhio, se vi arriva anche il piede, questo sprofonda

 

Gallery, senza foto selfie standard

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Immagine 1 di 22

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