Si è sempre affascinati dal vuoto. Più è fondo, più è buio, più esso ci attrae: un misterioso richiamo d’amore.
(Oriana Fallaci)
La storia della grotta la trovate pure in loco. Ci sono un paio di cartelli informativi. Se volete informarvi prima trovate info facilmente sul sito delle grotte della toscana.
L’itinerario che vi ho linkato è particolarmente bello. Se avete un po’ di tempo ve lo consiglio. E’ una delle nostre passeggiate preferite. Completo di traccia Gps e una buona descrizione, è un percorso ideale per scoprire Grotta all’Onda e non solo.

Un sentiero musicale su un acquedotto
Tutta la prima parte del sentiero che porta a Grotta a l’Onda è sull’acquedotto.
Iniziate e camminare e porgete l’orecchio. I vostri passi risuonano come piccoli tonfi. Un leggero rimbombo. I vostri piedi annunciano la vostra visita.
Il sentiero è piacevole.
Ad un tratto la roccia esplode, come a voler ricoprire il sentiero.
Si crea un piccolo tunnel.
Da qui in poi si comincia a salire.
Non potete sbagliare sentiero. Deturpato nell’ultimo anno da un maniaco/a della segnaletica, i segni rossi, sono onnipresenti.
Alla fine della salita il pozzo del pipistrello
Il sentiero prosegue in salita ed ecco che poco prima dell’ultimo tornante, circa 3 m fuori dal sentiero, sulla destra, trovate il pozzo del pipistrello.
Il pozzo del pipistrello è un pozzo poco conosciuto.
Coperto da una grata per evitare che qualcuno vi cada dentro è un pozzo di circa una trentina di metri.

Naturalmente lo potete visitare solo se siete muniti di attrezzatura e avete una preparazione speleo.

La roccia si fa onda e va a ricoprire il mondo
Si continua a salire, fino a quando l’onda, non invade il nostro panorama.
Come pietrificata da un’antica magia, la parete di calcare di grotta all’onda sovrasta ogni cosa.
Una magia antica, che lentamente perde il suo potere.
Infatti dalla roccia cade incessantemente l’acqua, creando docce naturali di acqua gelida.

Non è facilmente descrivibile, è uno di quei luoghi che anche fotografati perdono la loro bellezza, l’unico modo per poterli apprezzare è andare a vederli.
La vegetazione ai piedi della roccia è di un verde intenso, come un mare di alghe. Sopra le alghe un oceano di roccia e i due elementi, uniti dall’incessante caduta dell’acqua. Un luogo dove il sopra e il sotto si confondono.
Mi stupisce molto non esistano leggende legate a questa grotta. Questa grotta se la merita una leggenda!
Guardate in alto, alla vostra sinistra. Troverete una piccola costruzione umana. Per arrivarci basta che arriviate alla parete di roccia e andiate a sinistra. Il sentiero non è un vero sentiero, ma è facile se avete un po’ di spirito di esplorazione.
La visione dall’alto è, se possibile, ancora più bella.
Se questo paesaggio in primavera dona uno spettacolo magnifico, anche negli inverni rigidi regala delle belle emozioni.
L’acqua in molti punti si congela, creando stallatiti di ghiaccio.

Questo luogo è bello e visitabile in qualsiasi momento dell’anno e ogni volta sarà sempre una bella sorpresa.
Grotta all’onda
Come avrete intuito questa non è la vera grotta. La vera grotta si trovo pochi metri più avanti dopo la grande doccia.
L’entrata è decorata con un alberino che ne nasconde in parte l’ingresso, rendendo la caverna ancora più interessante.
Come ogni grotta che si rispetti, anche se questa non ha una leggenda, ha un tesoro.
Non ve l’ho segnato con la fantomatica X, ma con un cerchietto.
La grotta per la prima volta è stata abitata dall’uomo di Neanderthal, per poi arrivare, durante il paleolitico superiore all’Homo Sapiens. I reperti, trovati dal gruppo archeologico di Camaiore, sono conservati in parte a Firenze, al museo fiorentino della preistoria, in parte a Pisa, presso il Dipartimento di scienze archeologiche e una parte è visibile presso il Museo archeologico di Camaiore.
L’albero della vita
Le magie non finiscono con la grotta.
Se proseguite lungo il sentiero poco dopo, sulla vostra sinistra vi ritroverete a costeggiare una parete di roccia.
Caratterizzata dalla levigatezza e dai colori bianchi e neri, tipici di questa zona,quello che però colpisce è la grandiosità dell’albero della vita.
In realtà non è un vero e proprio albero, ma sono le radici che dall’alto della roccia, si propagano verso il basso, in un unico punto.
Uno spettacolo incredibile, che riesce a farti sentire piccolo.
Grotta all’onda e i suoi pionieri
Correva l’anno 1910, quando un pioniere di Palagnana, certo Alemanno Barsi, costruì e fece volare il primo Pallone Frenato.
Di fatto era una mongolfiera frenata da una fune, che trasportava i turisti benestanti dai bagni della Versilia, fino a Candalla e poi con un’ascensione silenziosa dai prati di Grotta all’Onda fino all’Alto Matanna.
Il punto di attracco della mongolfiera è ancora visibile.
In realtà non è esattamente a grotta all’onda, ma leggermente più in basso. Ci si arriva più agilmente se si prende il sentiero dal cimitero di Casoli e si sale verso grotta all’Onda. Ad un bivio, con un abbeveratoio si tiene la sinistra lungo un ponte di ferro.
Poco dopo ci si ritrova in una piccola radura.
Questo è un luogo speciale per campeggiare, con una piccola sorgente d’acqua e un tavolino è il luogo ideale per trascorrere un paio di giorni in giro con la tenda.
Nella piccola radura, nascosti dall’erba, troverete i vecchi agganci in pietra della mongolfiera.
Apuantrek organizza ogni tanto una rivisitazione storica con tanto di pallone frenato, dove chi vuole può provare l’emozione di sorvolare grotta all’onda fino ai prati del Matanna.
All’attracco del pallone frenato di Grotta all’Onda, probabilmente troverete una sorta di capanna. Questo perché in estate questo luogo si colora di tinte più mistiche e viene data la possibilità di provare l’emozione di una capanna sudatoria. Come fare a partecipare mi è più o meno oscuro, ogni tanto se ne sente parlare.
Se la cosa vi interessa, tendete l’orecchio, sicuramente sentirete qualcuno suggerirvi l’indicazione per quello che state cercando.
Grotta all’onda vista dagli occhi di Decibel
ovvero, la vera leggenda di Grotta all’Onda
Ogni grotta ha bisogno di una leggenda e la verità è che grotta all’onda ha la sua, ma persino i più vecchi, che sbeffeggiano anche la morte hanno paura di raccontarla.
Forse non è paura, la verità è che la storia è talmente triste che nemmeno loro vogliono raccontarla.
Come tutte le leggende che si rispettino o si parla di tesori o si parla di una storia d’amore ed essendo questa una leggenda triste, parla naturalmente d’amore.
C’era un tempo in cui gli uomini e le creature fatate vivevano in armonia tra di loro.
Non mancavano certo le guerre, quelle non sono mai mancate, purtroppo la stupidità è una madre prospera, ma diciamo che dopo le grandi guerre di Candalla, gli animi si erano placati.
Vicino al paese di Casoli, nei boschi, viveva Onada, una ragazza bellissima, nata da madre elfo e padre umano. Onada era innamorata di Batilo, un giovane mezzo elfo e mezzo nano, con il quale passava le giornate.
La loro unione era ben vista da tutti, c’era infatti una leggenda che diceva che il primo bambino nato da una razza non razza, sarebbe stato la perfetta unione tra tutti i popoli e da allora non sarebbero più esistite ne guerre ne discriminazioni.
I due giovani non sentivano il peso di tale leggenda, vivevano con semplicità il loro amore.
Purtroppo il bene e il male vivono su una bilancia che deve rimanere in equilibrio e tanto era ben visto l’avverarsi di tale leggenda da alcuni, tanto era odiato da altri.Re e potenti di tutte le razze vedevano nei due giovani l’inizio della rovina del loro regno e del loro potere.
Fu in un giorno qualunque che il complotto ebbe inizio. I re si incontrarono e pagarono profumatamente un mago per fare una magia e dividere per sempre i due giovani.
I re mandarono insieme al mago un assassino, per ucciderli e seppellire i loro corpi lontani uno dall’altra.
Era una notte di luna nera quando le ombre dei due uomini si unirono al buio della notte.
Gli gnomi però erano stati avvisati dalle formiche ed erano andati da Onada per dirle di scappare.
Onada corse e corse ancora, nella notte più buia che sia mai stata disegnata.
Anche Batilo fu avvisato, ma quando iniziò la sua fuga, le sagome nere del mago e dell’assassino erano dietro di lui.
Il mago chiamò la terra e la rigirò su se stessa, ma Batilo saltò nel bosco e riuscì a sfuggire.
Cominciò ad arrampicarsi sulla roccia, fintanto che non trovò un pozzo dove nascondersi.
Quando raggiunsero Onada era quasi giorno. Infreddolita e stanca si era addormentata ai piedi di un albero. Catturata, l’assassino, non ebbe cuore di ucciderla, quindi il mago decise di intrappolarla in una magia per sempre.
Come si sa i nomi sono importanti e il mago lo sapeva bene. La intrappolò nel suo stesso nome, che in catalano significa Onda.
Una grande onda di pietra andò a coprire il luogo dove Onada riposava e quando lei si svegliò e si rese conto di quello che le era successo, le sue lacrime divennero cascate d’acqua e da allora non smisero mai di cadere.
La magia fu talmente potente che colpì anche Batilo, che rimase intrappolato nel pozzo e divenne, come dice il suo nome, un pipistrello.
Divisi per sempre, non si sarebbero mai più incontrati.
Come dicevo prima però il male e il bene si devono sempre bilanciare. L’albero sotto il quale riposava Onada fu inondato dalla magia e trasportato in cima alla grande onda crebbe e le sue radici scesero lungo la roccia e entrarono da un unico punto diramandosi nella terra e andando a chiedere aiuto.
I grandi maghi delle tante razze vennero chiamati sotto l’albero della vita per spezzare l’incantesimo.
Non vi riuscirono, ma riuscirono a creare una magia che oramai viene ricordata solo come leggenda.
Quando un elfo-umano e un nano-elfo si innamoreranno, Onada e Batilo saranno liberi e potranno amarsi di nuovo, per sempre.
Purtroppo però i grandi re non volevano correre rischi e cancellarono il piccolo popolo dagli occhi degli umani, velandogli la vista in modo che non avrebbero mai più potuto vederli e una guerra atroce divise nani e elfi, costringendo i nani a vivere solo nelle caverne.
Prima che tutto questo potesse succedere un mago buono, fece un’ultima magia. Una di quelle piccole, che passano inosservate.
Regalò un giorno d’ombra dove Onada e Batilo potessero scampare alla loro maledizione.
Nessuno sa quale sia questo giorno magico, perché costruì un acquedotto musicale che porta all’Onda per avvertire i due amanti se qualcuno si avvicina lungo il sentiero.
Le prove che Onada e Batilo vivono lì si possono vedere nella piccola casetta costruita in alto, lontano da tutti. Il luogo dove i due amanti si incontrano per giurarsi amore eterno.
Le tracce della leggenda sono ben visibili lungo il percorso.
Il sentiero musicale lungo l’acquedotto che avvisa i due ragazzi se qualcuno si sta avvicinando.
La roccia che vuole mangiare il sentiero, poco prima della salita, che da allora prese il nome di roccia Droch ( roccia cattiva ).
Il pozzo del Pipistrello, dove vive Batilo, proprio in cima alla salita del sentiero.
Grotta all’onda, con le sue lacrime e la sua casetta in alto, dove raccontarsi di sogni che forse non si avvereranno mai.
L’albero della vita, alla fine della maledizione e della leggenda, per ricordarci che il bene e il male vivono su una bilancia e che la vita è la più grande speranza che abbiamo. Si racconta che se vi mettete in silenzio, ai piedi delle radici dell’albero della vita e esprimete un desiderio, se lo desiderate veramente tanto, l’albero vi conceda di esaudirlo.
Consiglio dell’esploratore
Camminate ascoltando il suono dei vostri passi
Galleria di Foto
Cercando tra le foto on line di grotta all’onda ne ho trovate due che rispecchiano perfettamente il luogo. Ringrazio le due proprietarie per avermi concesso la pubblicazione. Grazie a Angeli Maddalena e Valentina Bini.
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Sono una vecchia nonnina, ed è incredibile l’emozione.. e gioia che la lettura mi a procurato !!!
Grazie mille! Tutte buone cose a Lei
* NON FERMATEVI MAI di SCRIVERE con IL CUORE ! come fate cosi bene
Mi chiamo Liana, sono nata a Livorno il 25 Ottobre 1940..
A circa 6 o 7 anni, e per sempre, mi anno portata in Francia, dove avevano vissuto i genitori di Papa.
In tempi di guerra, il mio babbo in permissione del fronte, fù fatto prigioniero,
Migliaia di follati da Livorno,
Dopo giorni e notti a piedi, in un lungho faticoso camino, sempre.. a piedi,
Mamma sceglie di rifuggiasi sù una collina di Caprona, due altre sognore venghono con noi, tutte in nero, come mia bella mammina, che aveva perso fratellino e il papa nei bombardamenti di Livorno. Mamma scelte una piazzetta al solicchio dove era vicino un piccolo ruscellino d’acqua chiara.,
le une con le altri da una ventina di metri, si fecero una stanza-capanuccia, con rami, e coperte di paglia più foglie di fichi. fra le quali l’acqua il vento e freddo passavano.
Avevo poco più di 2anni 1/2. ci erano pure 3 altri bambini sbalorditi di sonno, paura e fame.
Cosa mi ricordo al dipiù è quanto dopo un rumore che doventava di più in più vicino e tremendo,
il cielo doventava nero, e li mamma mi rotolava nella copertina e mi inbucava in una piccola grotta mettendo per protergermi tutto suo corpo davanti ! ed io che sempre gli gridavo: ” mammina tuoi ossi mi fanno male !” ed lei ci ridava, e sforsandosi, mi cantava tutto quel che volevo, ma non si sentiva già più sua bella voce! coperta era dai fischi delle bombe e loro splosioni ! Mi ricordo all’ora quando le due altre signore con loro 4 bambini ci raggungero e che tutti ragruppati sbalorditi guardavamo giù il covento con i cappucini correndo da pertutto in loro orto rovinato.. e quattro altri ultimi aeri che si misero a bombardare di nuovo !! le mamma spaventate, ci partarono dentro: ma no bambini, ” sono solo formiche, che un aquila vuole mangiare “. Ma quelle formiche portavono gonne.. ed erano i cappuccini di quel covento che mai non o riveduto. Mi ricordo pure gli urli di quel uomo la notte, non dormiva più e dicevano èra doventato matto perdendo moglie ed figlia. Lui una notte ci porto un asinello.. come era bellino ! ma diètro dove stavamo, venghono trovarsi.. i partigiani : l’asinello faceva chiasso . Questi pare amazzarono l’asinelle ed : ci portarono a ogn’una un buon pacco di carne fresca.. ci fu festa! Come erano secche le mammine che ogni giorno andavano a cercarci il grano ed i pomodori nei campi abbandonati giù, ce le schiacciavano fra due pietre, l’impacco con un poco d’acqua, ed nascoste in una scavita facevano piccolo fuoco per cuocerle. dei mesi cosi.
Prigioniero il papa ce la fecci e fuggi con sette altri compagni, mettero mesi ed mesi a ritrovare l’Italia e la Toscana occupata, erano allora più che sei
Quando ci ritrovo, di notte, rampicandosi fino alla coperta che faceva porta, io dormivo, ma la mamma aveva sentito.. e si teneva dietro con una manchetta in aria. ” Frida ?!” disse il papa mettendo la testa, ed lei li cade di mano a poco della testa.. la manchetta ! ci dissero dopo..
Come avrei aver potuto con miei cari ritrovare e scoprire cosa son doventati questi posti..
Ma ‘la forza del destino’. Mammina che obediente et molto paziente a seguito tutto qual che avesse deciso il mio papa, e scimparsa a 51 anni appena revoluti, del cuore. il papa si è risposato sei mesi dopo con una putanella di.. 40 anni pila di meno di lui, ed è morto in 2011.
Io.? passano i giorni passono le ore
di solitudine, mia vita è stata abbastanza buona,
ci o due figli ingenieri che vivano bene in loro faliglia, ma lontani.
Mio marito è scomparso due anni fà, in malatia lo o curato 18 anni.. sposata da 60.
Adesso chi puol dire.. cosa sara
Vi auguro a tutti Toscani ed altri
Un Mondo di amore, salute e pace, e gioie sane
che il mondo a venire che farete voi, sia megliore ed giusto e buono.
**** SIATE FELICI ****
un abbraccio forte
Lilli*Liana
.. in Francia dove tutti intorno a me
sono gentilissime ed gentilissimi
appreziandomi pure
Calcio, Montemaggio, Buti..
il cavol fiore della vittoria
al ritorno alla vita
sempre fu coronato cosi del’Olio della mia cara * ed bella Toscana !
Ci sono messaggi che sono regali, il suo, oggi, è un dono prezioso. Grazie di cuore Signora Liana