Sul Monte Circeo c’è un’antica acropoli protetta da mura mastodontiche, così grandi da lasciar pensare che fossero stati i Ciclopi a costruirle. La loro misteriosa conformazione ha da sempre suscitato interrogativi che rimangono, in parte, irrisolti.
Un sentiero escursionistico le percorre per tutta la loro lunghezza dopo una salita panoramica con vista su Torre Fico, sul mare e sulle Isole Pontine.
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Acropoli del Circeo
L’Acropoli del Circeo si trova nella zona del Monte Circeo che sovrasta il centro storico di San Felice Circeo, che si affaccia sul Golfo di Gaeta e sulle Isole Pontine. In realtà più che di una vera acropoli si trattava di un Arx, che in latino significa fortezza. Un’area fortificata che serviva ad accogliere gli abitanti in caso di pericolo proteggendoli dalle minacce esterne. Il lato Sud Ovest dell’antica e faraonica cinta muraria è ancora intatto.
Mura poligonali del Circeo
Le mura poligonali, anche chiamate mura ciclopiche, sono composte da enormi massi calcarei estratti in loco. Sono alte fino a 6 metri con angoli retti e una dimensione che va restringendosi verso l’alto. Come hanno fatto degli uomini con una tecnologia limitata a costruire delle mura così perfette e così grandi? E qui entra in campo la leggenda. Una teoria medioevale le voleva costruite dai Ciclopi. Chi se non uomini giganti avrebbero potuto sollevare massi così grandi? Per questo motivo le mura poligonali dell’Italia centrale (quelle del Circeo non sono le uniche) sono anche dette mura ciclopiche.
Il primo a visitarle, oltre agli abitanti locali, fu Petit-Radel nel ‘700. E anche a lui ispirarono teorie affascinanti. Riprese una teoria di Aristotele secondo cui le mura poliganali furono costruite dal mitico popolo dei Pelasgi (i Popoli del Mare secondo gli Egizi) che avevano già costruito le mitiche mura di Argo, Micene e Tirinto. La teoria è affascinante perché parla di un popolo ignoto e fa volare la fantasia nelle pieghe lasciate bianche dalla storia prima che la storia fosse scritta.
Gli archeologi però non danno ragione a Petit-Radel e a tutti gli entusiasti sostenitori di un antico popolo che divinava gli astri e che costruiva mura che assomigliavano alla forma delle costellazioni.
Arx Circeii: storia della colonia romana di Circeii
Secondo gli archeologi a costruire le mura poligonali del Circeo furono i Romani. Le fonti storiografiche romane raccontano che fondarono una prima colonia al Circeo nel 509 a.C. ad opera di Arrunte, figlio di Tarquinio il Superbo, Re etrusco di Roma. Questa passò presto in mano volsca, grazie alla conquista da parte del mitico Coriolano, soldato romano passato dalla parte del nemico. Dopo un secolo di conquista volsca tornò in mano ai Romani. Proprio per scongiurare il pericolo volsco i Romani costruirono l’arx intorno al 393 a.C.
Ora, se siamo certi della data della riconquista romana di Circei e anche che prima del dominio volsco Circeii fosse già una colonia romana, non siamo certi che non esistesse un centro abitato prima di allora.
Intorno al centro storico di San Felice Circeo sono ancora visibili i resti delle prime mura poligonali che circondavano la colonia di Circeii. Da qui parte un’altra muraglia che sale dal centro storico verso l’Arx. Queste mura sono più antiche dei quelle dell’Arx più in alto e nulla ci vieta di immaginare che siano state costruite da maestranze locali, forse influenzate dai modelli di costruzione della vicina Magna Grecia e che quando i Romani conquistarono per la prima volta questi luoghi fossero già lì.
Come sono state costruite le mura ciclopiche?
Come sono state costruite le mura ciclopiche? Gli archeologi hanno ipotizzato un modello di costruzione per le mura poligonali dell’Italia centrale, studiato in modo particolarmente approfondito a Norba. I massi venivano estratti da cave locali nei pressi dei luoghi di costruzione. Maestranze numerose e l’utilizzo di leve aiutava il trasporto in loco. Dopo avere costruito la prima linea di massi si costruiva un terrapieno che serviva a posizionare i massi più alti della seconda e delle successive file.
Le mura dell’Arx Circeii sono classificate dagli archeologi come mura di terza maniera. Hanno pareti esterne lisce e ben articolate dove i massi combaciano tra di loro ma non perfettamente. A Norba combaciano invece perfettamente e sono classificate come mura di quarta maniera. La parte interna invece appare molto grezza. All’interno infatti, dato lo scopo difensivo delle mura, non c’era bisogno che fossero lisce. All’esterno invece erano lisce per non lasciare appigli al nemico per valicarle.
Le mura visibili intorno al centro storico di San Felice Circeo (dove si trovava la prima colonia di Circeii) sono invece classificate come di prima maniera, grezze sia all’interno che all’esterno e costruite con massi che si incastrano come in un muro a secco, senza essere prima lavorati.
Sentiero 754 per le mura poligonali
Le mura ciclopiche si possono percorrere camminando sul sentiero che dal belvedere delle Crocette arriva al Porto turistico di San Felice Circeo. È il sentiero 754 del Parco Nazionale del Circeo. A percorrerlo interamente ci vogliono un paio di ore scarse.
Lungo il cammino ci si può sedere sui massi giganteschi e fantasticare sulla probabile incredibile efficacia delle mura e sulla loro faticosa costruzione.
Lasciate le mura ciclopiche si scende ad un secondo belvedere affacciato sul porto e costruito per ospitare una batteria durante la Seconda Guerra Mondiale. Si prosegue poi in discesa su terreno roccioso impervio. Il sentiero è adatto agli escursionisti esperti perché completamente esposto, ma non presenta punti di particolare difficoltà.
Noi ci andiamo in escursione guidata partendo dal Faro di Capo Circeo. Percorriamo il sentiero 754 in salita e dopo la visita all’Arx torniamo al punto di partenza con uno splendido zig-zag panoramico sul mare per info e prenotazioni: info@lafilibustapontina.it).
Qui trovate tutte le informazioni storiche sulle mura ciclopiche del Circeo e qui un racconto sulle mura poligonali che da Circe e Ulisse arriva fino ai re romani.
Cosa vedere
Poco lontano dal sentiero delle mura ciclopiche (il sentiero 754 del parco del Circeo) potete divertirvi a trovare il pozzo ipogeo: un pozzo scavato nella roccia, forse utilizzato per la divinazione attraverso l’osservazione delle stelle, o più probabilmente una cisterna romana che ha perso il suo rivestimento impermeabilizzante.
Un masso a forma di parallelepipedo, steso vicino alle mura, rappresenta (secondo alcuni) una mappa 3D della città antica: come i moderni plastici ricalca in miniatura la disposizione dell’acropoli e delle sue due porte.
Vicino al belvedere della Croce potete vedere i resti di una delle porte di ingresso all’Acropoli: la Porta Antica. Sui due lati dei massi che fanno da stipiti sono visibili i buchi che garantivano la chiusura della porta mediante un apposito palo, mentre l’architrave è crollata.
Mappa
L’Acropoli di Circei è sempre aperta e visitabile in qualunque ora e in qualunque giorno. Per visitarla si parcheggia al belvedere alla fine di via dell’Acropoli e si prosegue a piedi per una cinquantina di metri lungo il sentiero sterrato. Qui troverete una biforcazione. Il sentiero con le scale che sale a sinistra porta al belvedere della croce. Proseguendo si percorre il sentiero 754 del parco (qui trovate la guida ai sentieri di trekking del Parco del Circeo).
Cosa vedere vicino all’Acropoli del Circeo
- Il sentiero della Pietraia con tour enogastronomico
- Sentiero per il Picco di Circe
- Ristorante La Cruz (solo in estate)
- Centro storico di San Felice Circeo
- Cimitero con la tomba di Anna Magnani
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