Due settimane in Tanzania: PARTE 2/6

Se non hai letto la prima parte, dove spiego i “fondamentali” di un viaggio in Tanzania (perlomeno in base alla nostra esperienza), puoi trovarla QUI. In questa seconda parte racconto solamente l’itinerario giorno per giorno.

Qui ci sono i giorni 1 -3, a questi link trovi invece le altre parti di itinerario:

Giorno 1 – 11 settembre (viaggio)

Raggiungiamo il parcheggio lunga sosta coperto (58,80 € per 17 giorni) dell’aeroporto di Roma Fiumicino per il nostro volo Ethiopian Airlines delle 23:40. Il volo è puntuale, anche scalo e coincidenza perfetti come da programma, aerei confortevoli. Bellissime le divise a bordo di Ethiopian! Costo 964,48 € in due, con pasti e bagagli da stiva da 23 kg.

Giorno 2 – 12 settembre (arrivo, Arusha e transfer a Karatu)

Atterriamo in perfetto orario all’aeroporto del Kilimanjaro. Dall’aereo lo spettacolo è surreale, vedendo noi per la prima volta l’Africa. Il colore rosso domina, il paesaggio è arido per lunghi tratti, mentre per altri interamente ricoperto da vegetazione selvaggia. Le città dall’alto ci mostrano, subito fuori dal centro, distese di baracche ammassate l’un l’altra. Dall’aereo ci colpiscono decine di piccoli “tornado” che si muovono velocemente: è la sabbia, mossa dal vento.

I primi controlli in aeroporto riguardano le vaccinazioni: viene controllato il certificato vaccinale internazionale per chi proviene da paesi a rischio febbre gialla, proprio come l’Etiopia dove abbiamo fatto scalo. In questi casi è obbligatorio avere il vaccino, solo se con permanenza dalle 12 ore in su nel paese a rischio (dunque non per noi).

Ci mettiamo in coda per il controllo di passaporto e visto, esibendo i documenti stampati a casa avendo richiesto e ricevuto il visto online direttamente sul sito del governo della Tanzania. Non ci fanno domande.

Fuori dall’aeroporto ci aspetta la nostra guida Fadili di Safari Avventura con un foglio con i nostri nomi, assieme a tante altre guide che aspettano i rispettivi clienti. Fadili è subito, come tutti qui, molto sorridente e gentile. Ogni frase è condita da un “asante sana” o un “karibu sana”, rispettivamente “grazie molte” e “prego molte” (sana enfatizza), prende il mio bagaglio e carica lui tutto sulla jeep.

La jeep è fantastica: può ospitare 7 passeggeri, oltre al conducente, su sedili molto larghi e confortevoli. Ci sono bibite di ogni genere e diversi snack, prese elettriche e USB per ricaricare i propri dispositivi, è molto pulita. Chiediamo subito a Fadili di portarci in un posto dove poter cambiare un po’ di contanti e prendere una sim per il mio compagno marito. Passiamo dunque da Arusha (circa 40 minuti dall’aeroporto), che è la città più grande nella zona (più di 600.000 abitanti) anche se, a detta di Fadili, è piccola. Arusha è molto famosa perché è il punto di riferimento per le partenze dei safari nei parchi del nord e infatti vediamo un gran via vai di macchine, camion. altre jeep con turisti. Girare per queste strade è una esperienza: con la guida a sinistra, si assiste a sorpassi discutibili, tutti suonano il clacson, le regole non sono troppo rigide. Nessuno indossa il casco in moto e su alcune di queste vediamo 3-4 persone contemporaneamente. Ci sono molte apecar, motocarri, camioncini aperti carichi di persone che si spostano per lavoro. Ci sono negozi con le insegne scritte a mano a caratteri molto grandi, capiamo che non c’è una “specializzazione” forte come da noi ma spesso lo stesso posto tratta tipi di merce diversa.

Finite le nostre commissioni in Arusha, riprendiamo l’auto per raggiungere Karatu, proprio alle porte dell’area di conservazione del Ngorongoro, dove inizierà il nostro safari.

Tragitto Kilimanjaro - Arusha - Karatu

Pernottiamo presso il Farm of Dreams Lodge di Karatu (incluso nel pacchetto safari), al nostro arrivo veniamo accolti da tanti ragazzi che cantano Jambo Bwana, la famosa canzone swahili (credo originaria del Kenya) che sentirete più e più volte durante questo viaggio. Il testo di questo pezzo in sostanza accoglie i turisti e sottolinea la filosofia del luogo, ossia hakuna matata, stai senza pensieri/non ci sono problemi. Cantano e fanno una piccola coreografia, ci consegnano poi delle asciugamani per il viso e le mani imbevute di acqua tiepida, oltre che un succo di frutta.

Tutti estremamente gentili e accoglienti, impossibile anche riuscire a portarsi in autonomia le valigie in camera (questo ovunque in Tanzania) perché ve le strappano praticamente dalle mani. E quindi via di mancia! Le mance fioccheranno durante tutto il viaggio quindi meglio avere a disposizione soldi di taglio piccolo.

Il nostro bungalow è assai carino, letto grande e confortevole, la cena è a buffet con molte scelte. Iniziamo a renderci conto che la cucina qui è, ovviamente, semplice e basata su ingredienti poveri, come riso, verdure, frutta, poca carne, uova, tutto comunque molto gustoso. Nell’entroterra non abbiamo mai mangiato pesce.

Giorno 3- 13 settembre (Ngorongoro)

Dopo una gustosa ed abbondante colazione saliamo a bordo della nostra jeep e partiamo alla volta dell’area di conservazione del Ngorongoro. Quest’area si estende per circa 8.300 km quadrati e ospita una moltitudine di animali (oltre 25.000) come anche alcuni villaggi Maasai (a differenza dei parchi nazionali). All’interno è presente il cratere del Ngorongoro, che è la più grande caldera vulcanica al mondo, e vedrete paesaggi e colori che rendono il tutto di una fotogenìa disarmante.

Raggiungiamo i cancelli d’ingresso in circa 15 minuti, c’è molta nebbia nel tragitto ed una vegetazione estremamente fitta e rigogliosa. Il paesaggio durante il tragitto è, come sempre, rosso per via della concentrazione di ferro.

Una volta superata la porzione di territorio ricca di enormi alberi e umidità, il paesaggio cambia: enormi distese, colori meravigliosi, branchi di animali a non finire. Il safari si rivela una esperienza meravigliosa, spostandosi in jeep in questo mare di colori e fermandosi di volta in volta per i vari avvistamenti. Alcuni animali vengono molto vicini alla jeep, per altri ci serviamo dei binocoli.

Tra gli animali che si lasciano ammirare da noi in questa giornata ci sono:

zebre, gnu (in questo articolo che ho trovato molto interessante, c’è un paragrafo che spiega perché i due animali si muovono insieme), bufali,

leoni,

varie specie di antilopi (gazzelle, impala, dik-dik, ecc.)

facoceri,

giraffe,

diverse specie di uccelli (gru coronate, aquile, avvoltoi, struzzi, cicogne, fenicotteri, uccello segretario, uccello martello),

per i fenicotteri menzione speciale perché, assieme agli ippopotami, creano uno scenario meraviglioso,

iene,

elefanti,

Il pranzo durante il safari è fantastico: Fadili ci porta in un’area picnic e tira fuori una “lunch box” molto ben fornita e gustosa

Alla fine del game drive, abbandoniamo l’area del Ngorongoro per raggiungere il Serengeti per pernottare, in modo da essere pronti il giorno successivo per una nuova avventura. Passando, incrociamo un monumento che rende onore alle importanti scoperte effettuate in quest’area ai fini della comprensione della storia dell’essere umano. Quando arriviamo nel nostro campo tendato, il Kon Tiki Tented Camp, siamo entusiasti: l’atmosfera è splendida. Al centro del campo, composto da tanti lodges molto confortevoli (ogni tenda è difatti una stanza accessoriata, con anche il bagno in camera), c’è un falò per tenere alla larga gli animali durante cena e dopocena. Ci sono altri viaggiatori di differenti nazionalità, ci si ritrova attorno al fuoco a conoscerci e spiare nel buio, con le torce, gli animali che iniziano ad avvicinarsi (ma non troppo…). Vietato andare in giro da soli e senza torcia!

La notte viviamo una splendida esperienza: gli animali entrano nel campo e vagano attorno ai lodges (facendo parecchio rumore). Sentiamo con estrema chiarezza leoni, iene, ippopotami. Sono molto vicini, li sentiamo proprio fuori dalla tenda, addirittura un ippopotamo ci onora della sua presenza prolungata piazzandosi a circa 4 metri dall’ingresso della nostra tenda (avevamo lasciato uno spiraglio non coperto per poter sbirciare).

Il resto dell’itinerario negli articoli successivi: